Burger King ha realizzato un video candid per spiegare agli americani come funziona la net neutrality e perché è importante che lo sappiano
La Net Neutrality è il principio che sancisce la neutralità della rete. In pratica è il principio che sancisce che la velocità del vostro abbonamento per accedere a un contenuto online, che si tratti di Facebook o del blog del vostro vicino di casa, deve essere la stessa. Gli ISP (gli internet service provider che appunto forniscono l’accesso alla rete) devono quindi trattare Internet come un mero flusso di dati, senza poter fare distinzioni sul contenuto di quei dati.
Negli ultimi mesi il tema è tornato molto di moda per via di quanto successo negli USA (SI! ne ha parlato qui) dove la FCC (Federal Communications Commission), al cui vertice siede Ajit Pai, eletto dall’amministrazione Trumo, ha votato l’abolizione della riforma del 2015 voluta da Obama, che aveva formalizzato il principio della net neutrality. Col voto di dicembre internet non è più una public utility come l’acqua e l’energia, perciò gli ISP possono fare prezzi differenziati a seconda dei servizi offerti online.
Cosa ha fatto Burger King
In Europa quello della Net Neutrality è un principio tutelato per legge anche se senza dubbio non particolarmente conosciuto dai cittadini che non si occupano di digital rights. Lo stesso vale però anche negli Stati Uniti dove a spiegarlo in un modo stravagante è stata l’azienda che forse meno leghereste a questo tema: la catena Burger King.
Per far comprendere agli americani, e in particolare ai suoi clienti, il concetto e l’importanza della net neutrality, Burger King ha creato la WHOPPER Neutrality, dove il Whopper è uno degli hamburger del menu.
Nel video i clienti scoprono che non vale più il principio del first come first served, ovvero chi prima arriva prima viene servito. Nel video, a seconda di quanto si è disposti a pagare, si può avere un Whopper prima degli altri. Inutile dire che i clienti sono allibiti e non comprendono come sia possibile operare questa discriminazione. Alla fine del video c’è il link a una petizione su Change.org.