Un panino realizzato con la ricetta dello chef o l’hamburger del fast food? I clienti non notano la differenza. Ecco l’esperimento di McDonald’s per dimostrarci che mangiamo con gli occhi
Gli ingredienti c’erano tutti. Due chef ex concorrenti di Masterchef. Il locale nella zona più in di Milano. L’inaugurazione con dj set e vip. Anche il nome era sufficientemente hipster per essere credibile: Single Burger. Così recitava l’insegna della presunta (ed ennesima) hamburgeria milanese messa in piedi da Maurizio e Andrea, noti ai più per aver partecipato al talent culinario più famoso e dibattuto d’Italia.
La particolarità del locale era quella di servire un solo tipo di panino alla settimana, per evitare l’imbarazzo della scelta ai clienti affamati. In poche parole, un’iniziativa imprenditoriale della quale non se ne sentiva l’esigenza ma che, come tutte le cose superflue, ha riscosso sin dalla sua apertura un grande successo. I tavoli del piccolissimo locale brulicavano di persone entusiaste e sui social il passaparola cominciava a farsi sentire, merito anche di un’intensa attività di comunicazione.
Fin qui niente di strano se non fosse che, nel bel mezzo della cena di sabato, i commensali hanno visto cadere tutte le insegne del ristorante e spuntare la grande M di McDonald’s. Nello stesso momento la parete che separava i tavoli dalla cucina era stata rimossa e rivelava l’arcano: ai fornelli, al posto degli chef, c’erano due dipendenti dell’azienda americana, con tanto di uniformi, friggitrici e ingredienti al seguito. Dopo lo stupore iniziale i clienti hanno subito realizzato di far parte di una grande trovata pubblicitaria di McDonald’s per lanciare un nuovo panino, il Bacon Clubhouse, che verrà servito nei ristoranti della catena a partire dal 15 aprile. Il locale, che è stato ribattezzato McDonald’s Premium, resterà aperto al pubblico fino a fine maggio.
Cosa ci insegna questo esperimento
Questa geniale trovata pubblicitaria non è fine a se stessa. Oltre a fruttare un bel po’ in visibilità a McDonald’s ci svela qualcosa sul nostro modo di approcciarci al cibo. Come si vede chiaramente nel video che la catena americana ha realizzato per il lancio del panino, dall’eloquente titolo “The blind taste” molta gente sembra non apprezzare gli alimenti serviti nel fast food. “Mangiare un hamburger vero non è mangiare un hamburger di McDonald’s” dice una ragazza all’inizio del filmato. Le dichiarazioni cambiano quando a giudicare ciò che hanno nel piatto sono gli avventori dell’hamburgeria hipster: a quel punto è tutto un fiorire di “buonissimo”, mugolii di piacere vari ed espressioni estasiate.
Ovviamente da McDonald’s Italia commentano dicendo che questo è un chiaro esempio di quanto i loro panini non abbiano niente da invidiare a quelli di ristoranti ben più rinomati e che la qualità dei loro ingredienti è evidente vista la reazione dei clienti del presunto ristorante. La realtà è che questo esperimento è il peggior incubo di tutti i gastrofighetti che affollano ogni giorno tanti nuovi locali per gourmet di Milano. Ed è la conferma di quanto l’abito non faccia il monaco e di quanto la forma influenzi la nostra percezione del gusto. Come abbiamo già detto, troppo spesso basta confezionare il cibo spazzatura in maniera artistica per renderlo immediatamente alta cucina, anche se sempre di junk food si tratta. E ogni tanto vale la pena ricordarsi che, se è vero che l’occhio vuole la sua parte, non è certo il caso di dimenticarsi il palato.