Si chiama “scheggia di vetro” e sarà l’edificio di 30 piani che arricchirà lo skyline di Milano. La posa della prima pietra questa estate, il completamento entro il 2020
In una nuvola di fumo è sparito ciò che restava del vecchio edificio dell’INPS di via Melchiorre Gioia, a Milano, a due passi dal Pirellone. Si trattava di un edificio costruito nel 1961 e dismesso nel 2012. L’area era già stata bonificata in precedenza da oltre 200 tonnellate di amianto che erano presenti nella costruzione e che hanno richiesto di procedere alla demolizione nel modo più sicuro possibile. Al posto dello stabile sorgerà Gioia 22, il nuovo grattacielo futuristico che arricchirà lo skyline del capoluogo lombardo.
Il nuovo protagonista dello skyline milanese
Progettato dall’architetto Gregg Jones dello studio di Pelli Clarke Pelli, l’edificio di 30 piani (26 fuori terra su 120 metri e 4 interrati) per una superficie lorda totale di 68.432 metri quadri sarà tra i più tecnologici ed eco-sostenibili mai costruiti prima in Italia. Gioia 22 limiterà infatti i consumi energetici grazie all’introduzione delle più efficaci best practice di edilizia sostenibile e sarà attrezzato con sistemi per la green mobility.
Gioia 22 avrà oltre 6.000 metri quadri di pannelli fotovoltaici che consentiranno una riduzione del fabbisogno energetico del 75% rispetto alle più recenti torri direzionali presenti a Milano, un primato per un edificio di questa tipologia che gli consente di rispondere agli standard Nearly Zero Energy Consumption Building. Gli interni, caratterizzati da versatilità degli spazi comuni e privati, sono pensati come luogo di incontro fra le persone, come piazze per la condivisione, vocate allo smart working e anche al relax. La prima pietra sarà posata già nell’estate 2018, e la costruzione procederà spedita: il completamento dell’immobile è previsto entro il 2020.
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Gioia 22, la “scheggia di vetro” di Milano
Ma ciò che affascina di più del nuovo grattacielo è senza dubbio la sua forma, che gli è valsa il soprannome di scheggia di vetro: “L’originale forma della torre rappresenta il risultato della confluenza di due tessuti urbani e al tempo stesso la risposta all’esigenza di ottimizzazione della luce e dell’energia solare. La combinazione di questi due fattori ha determinato la singolarità di una forma dinamica in grado di esprimere in modo autentico la sua particolare collocazione nello skyline milanese” ha dichiarato l’archistar Gregg Jones, Principal di Pelli Clarke Pelli Architects.
A Porta Nuova, dopo i qatarioti, Abu Dhabi
Coima Sgr sta coordinando il progetto in qualità di investment e asset manager per conto dell’investitore di Gioia 22, una controllata 100% di Abu Dhabi Investment Authority, mentre Coima Srl è stata incaricata come development manager per la gestione tecnica dello sviluppo urbano ed edilizio. In merito, Manfredi Catella, Founder & CEO di Coima Sgr, ha dichiarato: “Milano può candidarsi come laboratorio europeo di innovazione nello sviluppo del territorio, con progetti di nuova generazione in grado di contribuire alla composizione di una ricetta italiana vincente nel realizzare edifici sostenibili che sappiano coniugare rendimento economico e sociale”.