Grazie agli Open Data, il progetto fornisce un sistema di supporto per il settore agricolo sui i più diversi aspetti del business, in particolare il ricorso a trattamenti erbicidi e fertilizzanti
Uno strumento già lanciato sul mercato in occasione di Smau Milano (dove ha vinto il premio Lamarck). Un cruscotto grazie al quale l’imprenditore agricolo può accedere facilmente a un prezioso patrimonio di dati convertiti in report, indicatori, statistiche utili rielaborate in tempo reale: informazioni che vanno dal tipo e dalla quantità di fitofarmaci utilizzati in ogni singolo lotto di terreno alle tecniche di coltivazione alle quantità raccolte. Questo e molto altro è AgriOpenData, piattaforma sviluppata da EZ lab, tra le 5 startup del Food Accelerator Program, il programma di H-Farm, realizzato in partnership con Cisco e sostenuto da Nestlè, Barilla, Granarolo, Carlsberg, De’ Longhi Group, Ecor NaturaSì, insieme allo studio legale LCA. AgriOpenData, ha spiegato Massimo Morbiato a StartupItalia! è una sorta di «cartella clinica, accessibile anche dal proprio smartphone, che consente all’agricoltore di ottemperare in modo semplice all’obbligo di legge di tenere un registro dei trattamenti e di migliorare al tempo stesso l’efficienza: grazie all’aggiornamento costante e allo storico dei dati è possibile ad esempio ridurre l’uso di fitofarmaci impiegandoli in modo mirato». Non solo. «Il progetto si apre anche all’Internet of Things: il software è infatti in grado di dialogare con droni abilitati a ispezionare dall’alto i raccolti o con sonde disposte sul terreno».
Massimo Morbiato, che cosa fa EZ lab?
«EZ Lab è una startup innovativa nel settore smart agri-food. Abbiamo sviluppato AgriOpenData, una piattaforma-software in grado di gestire tutte le informazioni provenienti dal campo per valorizzare la produzione agroalimentare, integrando il registro dei trattamenti agricoli con le esigenze di certificare la sostenibilità ambientale e la tracciabilità della provenienza e qualità dei prodotti, a garanzia del consumatore finale. Grazie all’integrazione del sistema blockchain possiamo valorizzare la produzione agricola di qualità e allo stesso tempo garantire in massima trasparenza la sicurezza alimentare, certificando tutti i passaggi della filiera dalla provenienza, alla trasformazione fino alla distribuzione nelle GDO»
A chi si rivolge AgriOpenData?
«La proposta di AgriOpenData non si rivolge solo ad agricoltori e periti agrari: già diverse aziende del settore del food stanno guardando con interesse alla nostra soluzione. Attraverso la blockchain la piattaforma consente infatti di tracciare in modo sicuro e certificare tutti i passaggi della filiera dal campo allo scaffale del supermercato e tutti i trattamenti o i tipi di lavorazione cui è stato soggetto il prodotto: sarà sufficiente leggere con lo smartphone il codice riportato sulla confezione. Codice che non può essere falsificato: le informazioni sono certificate perché sono il frutto di un processo di tracciamento automatico non soggetto a interventi discrezionali. Basta pensare, ad esempio, che i dati inseriti dall’azienda agricola a monte della filiera sono rigorosamente geolocalizzati, impossibile barare sul luogo o data di produzione. È evidente che AgriOpenData può aprire nuove prospettive nel settore dello SmartAgriFood, con sviluppi molto interessanti in particolare nel settore del biologico o del “Km 0”, per i quali può rappresentare una nuova forma di certificazione»
Come è nata?
«Ez Lab è nata a seguito di un progetto di ricerca che avevamo sviluppato grazie alla Regione del Veneto: un progetto che è stato per noi occasione di “toccare con mano” le potenzialità derivanti dall’introduzione delle tecnologie IT che già utilizzavamo in altri settori anche al settore dell’agrifood. Abbiamo analizzato il mercato e valutata la sostenibilità anche economica, siamo riusciti a sviluppare una prima applicazione che ci ha consentito, una volta entrati nell’incubatore universitario di Padova, di essere selezionati tra le aziende finaliste del progetto Finodex in Europa, grazie a questa esperienza siamo entrati in contatto con centri di ricerca italiani ed internazionali, che si sono subito messi a disposizione aiutandoci nello sviluppo di soluzioni innovative».
Come si è sviluppata Ez Lab?
«Abbiamo cominciato a ragionare sul fatto che alla forte crescita di applicazioni proposte dalle startup per il settore dei servizi o quello della manifattura non corrispondeva un altrettanto forte presenza di innovazioni nate dall’incontro fra tecnologie e agricoltura. Abbiamo cercato di ascoltare gli imprenditori del settore e da qui è nata l’idea di uno strumento che potesse contribuire a facilitare la raccolta di dati e la loro lettura. Proprio in questi ultimi anni si sono rese evidenti le potenzialità della tecnologia blockchain, che vanno molto al di là della certificazione degli scambi dei bitcoin e si prestano a mille applicazioni. Abbiamo così deciso di implementare la nostra piattaforma con questa tecnologia e grazie all’attività del nostro team di ricerca e sviluppo abbiamo centrato l’obiettivo».
Quali gli sviluppi futuri?
«Grazie alla collaborazione con Ernst & Young, è imminente la presentazione di un’applicazione Blockchain in ambito FOOD che verrà presentata nelle prossime settimane».
Le impressioni sul percorso di accelerazione a H-Farm..
«Essere selezionati tra 260 realtà di 35 Paesi diversi è stato per noi un onore e un grande motivo di orgoglio. In questi mesi intensi abbiamo potuto affinare il nostro progetto, grazie anche alle risorse che ci sono state messe a disposizione da H-Farm. Il confronto con le altre startup è stato davvero arricchente e denso di stimoli. H-Farm è poi uno “spazio” di riferimento per chiunque si occupa di innovazione e il fatto di essere parte di questo straordinario universo ci ha garantito ottime occasioni di visibilità».