Elon Musk ha presentato il suo piano per conquistare Marte e costruire la prima colonia umana. Entro 10 anni. Ogni viaggio porterà circa 100 passeggeri e sarà una grande conquista per la scienza. Come Kennedy, nel 1962, siamo pronti a vivere una nuova era.
Il 12 settembre del 1962 John F. Kennedy annunciava, in un breve discorso, la volontà degli Stati Uniti d’America di conquistare lo spazio. I sovietici, infatti, avevano già mandato un uomo in orbita, Gagarin, stabilendo il loro predominio. Quelle parole, pronunciate alla Rice University di Houston, scrissero una pagina importante nella Storia dell’umanità. Pochi anni dopo, tra i crateri della Luna, sarebbe comparsa una bandiera americana e si sarebbe aperta una nuova era. Dopo 54 anni arriva un nuovo annuncio, per certi versi simile. Sempre di settembre, sempre da parte di un uomo carismatico e pieno di risorse. Umane, intellettive e finanziarie. Elon Musk. Il suo obiettivo è ancora più ambizioso. E si chiama Marte.
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Un paragone solo apparente
Innanzitutto è cambiato il palco. Musk ha scelto di parlare dall’International Astronautical Congress di Guadalajara. Sì, in Messico. Quello del filantropo e magnate americano non è, d’altro canto, un progetto per stabilire la supremazia di una nazione rispetto ad un’altra. I tempi sono cambiati. Le sfide, per essere vinte, hanno bisogno di cooperazione. È un progetto diverso, scientifico e turistico insieme. E non sarà per tutti. Secondo Musk sarà possibile fare viaggi regolari verso Marte, ogni due anni o poco più. Grazie alla sua Space X, una delle realtà più innovative del suo “portfolio”, ci vorranno circa 80 giorni per raggiungere quella meta. Meno dei 115 previsti inizialmente: «Sarà come un treno che lascia continuamente la sua stazione».
Il viaggio e la colonia su Marte
L’idea che sta alla base di tutto è quella di costruire una vera colonia umana su Marte. Una colonia fatta dai viaggiatori che pagheranno 200mila dollari per completare la tratta ed essere i primi a mettere piede su un altro pianeta. Meno emozione di quella provata per Armstrong ma molta più scenografia. Ogni partenza vedrà la partecipazione di 100 passeggeri, anche se il piano ipotizza di raddoppiare i posti a disposizione e abbassare i costi del biglietto. Gli elementi per la realizzazione di questo tour sono stati elencati dallo stesso Musk: una tecnologia riutilizzabile, la scelta del carburante più conveniente (probabilmente metano e ossigeno) da produrre su Marte.
Proviamo a spiegare meglio. Tutto partirebbe con il lancio nello spazio di alcune astronavi in fibra di carbonio. I serbatoi di questi mezzi, una volta caduti sulla Terra, verrebbero recuperati e riutilizzati. Una volta riempiti nuovamente di carburante verrebbero lanciati per rifornire le astronavi. Direttamente in orbita.
Sembra tutto uscito da un film di fantascienza. Eppure ci arriveremo tra 10 anni. Almeno secondo Elon Musk.
Un viaggio pericoloso (e mortale)
Almeno il primo, si preannuncia così. Lo ammette lo stesso Musk, senza mezzi termini: «I primi turisti dovranno essere pronti a morire». Pionieri certo, ma con il merito di aprire le danze al futuro. Almeno per molti di noi. Per portare a termine la prima missione bisognerà stanziare 10 miliardi di dollari con la costituzione di un importante asse pubblico-privato: «Sarà una grande partnership». Tutte risorse, tecniche e monetarie, che serviranno per sviluppare e testare la tecnologia necessaria e fare i primi esperimenti. Utopia? Da ieri molto meno. Non ci resta che aspettare per vedere se, come Kennedy, anche Musk è destinato a finire tra le pagine dei libri di Storia.