Tre domande a otto attori dell’ecosistema startup italiano. Per capire meglio quali dovrebbero essere gli incentivi che il governo sta preparando in queste settimane per il settore. L’opinione di Gianluca Dettori
Tre domande a otto attori dell’ecosistema startup italiano. Per capire meglio quali dovrebbero essere gli incentivi che il governo sta preparando in queste settimane per il settore (con il decreto Finanza per la Crescita 2.0) e cosa servirebbe davvero per dare una spinta alla giovani imprese innovative italiane. Le parole d’ordine? Investimenti, crescita ed exit. In quest’ordine. Le risposte di Gianluca Dettori (dpixel).
Nel decreto “Finanza per la Crescita 2.0” ci sarà una parte che prevede meno tasse per chi investe in pmi e startup, con uno sgravio fiscale per le società che comprano quote in startup (dicono del 20%). Come valuta questa misura?
Bisognerebbe leggere il dispositivo che stava facendo il Governo anche perché già esiste lo sgravio fiscale per le società che investono in startup. Perciò si tratta di capire che tipo di nuova iniziativa ci sarà. Io ho letto delle dichiarazioni dalle quali non si capisce bene. In generale tutto ciò che riguarda la defiscalizzazione dell’investimento in startup è un’ottima notizia.
Dai primi calcoli pare che dai privati potrebbero essere attivate risorse fino ai 10 miliardi l’anno da destinare a pmi per fare ricerca e sviluppo. Potrebbe innescare un meccanismo di acquisizioni di startup da parte delle aziende che ne beneficeranno?
Se si attivassero 10 miliardi di euro di investimenti, sarebbero 100 volte l’investimento attuale in startup in Italia e ovviamente qualcosa succederebbe. Poi lì non fa un riferimento alle startup, ma fa un riferimento più ampio al sistema delle Pmi che sono aziende fino a 250 milioni di fatturato, quindi è un mondo molto più ampio di quello delle startup. Un modo per fare R&D è acquisire startup e andrebbe defiscalizzato altrettanto. Cioè io posso o investire in una startup oppure potrei fare un’acquisizione di una startup e in quel caso si potrebbero defiscalizzare le exit in qualche maniera. Tra l’altro è una cosa che da più parti si è ventilata come necessaria nell’ecosistema italiano e quindi potrebbe essere una buona idea, però anche lì bisognerebbe capire com’è il provvedimento. Se si ipotizzasse che nell’investimento R&D rientra anche l’acquisizione di una startup e in qualche maniera portarsi a casa quel tipo di innovazione anche quello defiscalizzato sarebbe positivo.
Visto che il decreto è ancora in bozze e le misure per le startup sono ancora poco più che ipotesi, cosa vorrebbe contenesse? Quale sarebbe la misura che potrebbe davvero fare la differenza ed aiutare gli investimenti in startup?
Quello che farebbe davvero la differenza è qualche iniziativa che incentivi l’investimento da parte dei grandi investitori istituzionali che sono un po’ il grosso tema che oggi bisogna riuscire a portare a casa. Un’iniziativa che in qualche misura consenta ai grandi investitori a lungo termine di investire sarebbe un cosa super necessaria adesso. L’altro tema è la defiscalizzazione dell’acquisizione di startup da parte di aziende. Anche quella sarebbe una cosa necessaria perché l’altro tema grosso dell’Italia è che stanno un po’ crescendo, si stanno un po’ sviluppando gli investimenti quest’anno rispetto al passato e questo è positivo. Continuerà questo trend e quindi magari anche riuscire a fare un’uscita in maniera migliore perché le exit in Italia sono poche e non hanno valore rispetto a concorrenti esteri. Quindi una misura sulle exit potrebbe essere auspicabile.