Abbiamo il primo unicorno africano. Ed è un unicorno fintech. O, meglio, lo avremo a breve, non appena Interswitch ufficializzerà la sua Ipo. Mitchell Elegbe, Ceo della società, ha confermato a TechCrunch che una doppia quotazione, sia al London Stock Exchange che in Nigeria, “è un’opzione”. Ma non l’unica. Sarebbe ancora aperta anche la strada della vendita, con la quale l’azionista di maggioranza, Helios Investment Partners, valorizzerebbe la propria quota. Che passi dal mercato azionario o dalla vendita, sarà comunque una exit miliardaria. La prima di una società nata e cresciuta in Africa, a Lagos.
Un giro nell’ecosistema africano
Se Elegbe non si scopre, le indiscrezioni sussurrano di una quotazione imminente. Interswitch avrebbe già individuato gli advisor e potrebbe sbarcare sul mercato londinese già nella seconda metà del 2016, con una valutazione intorno al miliardo di dollari, più o meno il doppio del fatturato.
Si tratta di un un unicum per il continente. Non perché non ci siano exit. VC4Africa ha chiesto a 125 investitori che hanno puntato sull’Africa quante exit avessero realizzato: un terzo degli investitori ha dichiarato di averne conclusa “almeno una” e uno su sei “più di cinque”. L’ecosistema, quindi, inizia a muoversi. Anche se, nonostante la crescita sostenuta, gli investimenti ricevuti dalle startup africane restano contenuti: poco più di 185 milioni di dollari.
Le exit, poi, preferiscono la strada della vendita a quella della quotazione. Le Ipo sono rare: i mercati finanziari africani sono poco liquidi e, allo stesso tempo, sono poche le società capaci di nuotare in un mare più grande (come il London Stock Exchange) . Ecco perché, sia per cifre che per scelta, Interswitch rappresenta una piccola rivoluzione.
Perché il primo unicorno è fintech
Il fatto che il primo unicorno africano sia una società fintech è un segno. Interswitch offre consulenza e servizi nel campo dell’e-payment. Tra i suoi prodotti ci sono Verve, un circuito che in Africa compete con Mastercard e Visa grazie a 32 milioni di utenti, e Quickteller, un’app per i pagamenti digitali capace di muovere 2,4 miliardi di dollari.
Ma non è solo questione di prodotti. Interswitch, attraverso l’attività di consulenza, supporta la diffusione dell’e-payment in Africa. La Nigeria, accanto al Sud Africa, è il propulsore locale del fintech. E l’Ipo dovrebbe aiutare Interswitch ad espandersi oltre i cinque Paesi nei quali opera oggi. Insomma, la società ha acquisito una primazia in un mercato che (con il progresso delle infrastrutture, l’aumento della penetrazione mobile e una popolazione molto giovane) può solo crescere. Ecco perché Interswitch diventerà il primo unicorno africano.
Paolo Fiore
@paolofiore