Gli stereotipi di genere sono spesso parte di noi. Anche collegati a supereroi come Spiderman. Bene dunque scardinarli da subito, iniziando dai banchi di scuola. Per gli istituti interessati a gettare un faro su questo tema è disponibile dallo scorso 10 ottobre un kit didattico multimediale. Oltre cinquanta schede che creano spunti di riflessioni per classi e insegnanti, scaricabili dal sito stereotipidigenere.eu. L’idea nasce dal cortometraggio ‘Mi piace Spiderman, e allora?’, diretto da Federico Micali e liberamente tratto da un classico dell’editoria femminista per bambini di Giorgia Vezzali. Il titolo è omonimo ed è edito da Settenove nel 2018 (64 pagine, 12 euro). Al centro della pellicola Cloe, una bambina di sei anni con la “strana” passione di Spiderman, invece che del rosa e delle bambole. Per questo oggetto di critiche, per colpa di stereotipi.
Spiderman e la cartella “da maschi”
Tutto parte da una cartella per il primo anno di scuola, considerata «sbagliata» perché – secondo gli stereotipi di genere – Spiderman è da maschietti. Cloe si fa infatti comprare dalla zia uno zainetto che raffigura il suo supereroe preferito. Niente principesse e brillantini. «E neppure un po’ di rosa» fa notare alla protagonista l’amica del cuore. Cloe non dimentica l’episodio di Spiderman, anzi cresce in lei la voglia di combattere questi «stupidi pregiudizi». Lo spiega lei stessa: «I maschi hanno i muscoli e fanno i soldi, le femmine basta che siano carine e che piaccia loro il rosa».
Cloe diventa un esempio per tutte le bambine che non si lasciano condizionare e che lottano per smontare gli stereotipi di genere. Le scuole potranno trarre idee per preparare lezioni sul tema avvalendosi per esempio della sezione Video-Pillole, una serie di approfondimenti con una panoramica sui principali argomenti legati alla parità di genere. Si spazia per esempio dall’intervento dell’attore teatrale Claudio Cirri sull’importanza delle parole, al video ‘Colori da maschio, colori da femmina’, della pedagogista Alessia Dulbecco.
I video per le lezioni in aula
C’è poi la sezione In Classe, “che è quella centrale sugli stereotipi de genere e che ha sviluppato le tematiche attraverso metodologie che mettano gli studenti al centro” si legge sul sito. Così facendo, “si implementa lo sviluppo del loro pensiero critico e della capacità di riflettere in maniera individuale e collettiva per formarsi come cittadini consapevoli”.
Ecco allora la scheda per la discussione in classe, adatta a bimbi dai sei ai 14 anni. O quella, sempre per la stessa fascia di età, con l’indovinello del chirurgo. Tutte propongono materiali con cui lavorare (dalle foto scaricabili alla lim, la lavagna digitale), e suggerimenti su come organizzare gli esercizi di riflessione.
Gli stereotipi di genere inconsapevoli
Infine la sezione Strumenti. Qui si trova il Glossario di genere, che contiene una raccolta di parole connesse agli stereotipi di genere. E la bibliografia, che offre spunti di letture sull’argomento. E ancora un test con autovalutazioni per quanto attiene ad esempio al cosiddetto curriculum nascosto, “ovvero tutto ciò che potremmo trovarci a trasmettere in maniera inconsapevole”, si spiega. Domande che aiutano a scovare possibili stereotipi inconsci, che includono luoghi comuni come: “Dedichiamo più tempo e parole ai maschi, perché pensiamo siano più rumorosi?”. E ancora: “Pensiamo che le bambine siano più tranquille?”.
Dal corto al kit didattico
Il corto ‘Mi piace Spiderman, e allora?’ ha girato per festival di tutte le latitudini. La critica agli stereotipi ha conquistato il pubblico internazionale, tanto che la pellicola si è aggiudicata premi di rilievo tra cui il Kineko – International Children’s Film Festival di Tokyo, principale festival cinematografico internazionale per l’infanzia del Giappone, e il Giffoni Macedonia. È stato anche candidato per il David di Donatello 2022, alla sezione cortometraggi. E ha infine vinto il bando della Commissione europea Cerv, progetto per la promozione della partecipazione dei cittadini e delle associazioni di rappresentanza nella vita democratica dell’Unione. Il fondo europeo prevede un minimo di 75000 euro per le iniziative che rispettino i requisiti. Di lì la decisione di DNArt The Movie, produttrice del corto e capofila del progetto, “di distribuire il cortometraggio sul web in un modo nuovo, rendendolo il punto di partenza di un progetto più ampio”, si legge sul sito di stereotipidigenere.eu. E l’ideazione del kit didattico. I cui destinatari sono “i docenti della scuola primaria e della secondaria di primo grado, ma in generale anche a chi vuole approfondire il tema degli stereotipi di genere”.
Andare controcorrente
Girando per la presentazione del corto, ricorda il regista Micali su Facebook, «abbiamo realizzato quanto il mondo della scuola necessitasse di strumenti da utilizzare in classe per una didattica attiva». Obiettivo quello di «lavorare da subito su quegli stereotipi che arrivano inconsci e dai contesti mediatici e familiari». Per lottare contro gli stereotipi di genere come fa Cloe con Spiderman «bisogna andare controcorrente» dice nel video del backstage l’autrice del libro Giorgia Vezzoli. «Combatterli è un’impresa da super eroi, spesso in solitudine contro una mentalità che è molto diffusa».