ARKE è il primo prototipo di esoscheletro che si controlla tramite tablet integrato. A breve verrà inserito nei processi di riabilitazione, ma l’obiettivo è diventare il migliore amico in casa di chi non può camminare.
Di esoscheletro si parla da diverso tempo, e sono molte le ricerche in atto per costruire apparecchi in grado di far camminare chi non può farlo. Una struttura esterna al nostro corpo, ma integrata a esso e progettata per sostenerci e permetterci di compiere qualsiasi movimento.
ARKE, progettato da Bionik Laboratories, è in questo senso una delle tecnologie più all’avanguardia, perché permette di camminare più velocemente rispetto ai prototipi precedenti che aveva messo a punto l’azienda, aiuta nella riabilitazione e ha costi di realizzazione nettamente inferiori. Ma soprattutto perché è il primo prototipo di esoscheletro che si controlla tramite tablet integrato.
Secondo quanto si apprende dovrebbe essere presto messo in produzione per essere inizialmente proposto ai pazienti in fase di riabilitazione, con l’obiettivo di diventare successivamente un alleato per la vita domestica delle persone che non possono camminare.
Come funziona
Attraverso sensori e algoritmi, il sistema è in grado di apprendere e anticipare i passi di un individuo. Questa informazione viene instradata attraverso il sistema di monitor di bordo che aziona un serie di motori per creare artificialmente uno schema da far seguire alle gambe attraverso l’esoscheletro, e consentirci di camminare.
L’interfaccia funziona tramite wifi ed è facile da gestire, prima di tutto per i medici che hanno in cura il paziente in fase di riabilitazione. Anche la batteria di ARKE dura di più rispetto a quelle dei modelli precedenti e l’intero esoscheletro è significativamente più leggero, grazie a materiali come la fibra di carbonio che rendono il tutto più sottile e maneggevole.
In collaborazione con i fisioterapisti
Il prototipo è nato e cresciuto attraverso la collaborazione con una squadra di fisioterapisti. Il primo contesto in cui entra in gioco questo strumento è appunto quello riabilitativo, e di conseguenza il primo suo utilizzatore è l’operatore sanitario, che deve aiutare il paziente a migliorare la propria deambulazione. Grazie a questa tecnologia sarà più semplice per lui leggere i dati e calibrare la terapia riabilitativa a seconda della persona che ha davanti.
A chi servirà?
Secondo quanto si apprende dal sito web di Bionik, sarebbero circa 10 milioni le persone costrette in sedia a rotelle nei paesi ricchi, fra cui 5 milioni di paraplegici. Vi è poi chi è colpito da lesioni del midollo spinale: circa 500 mila persone al mondo ogni anno (dati Organizzazione Mondiale della Sanità), l’80% delle quali potrebbe trarre beneficio da questa tecnologia. Infine, le vittime di attacco cardiaco, ictus, ischemie, che hanno bisogno di riabilitazione motoria. Solo negli Stati Uniti si registrano 1,5 milioni di attacchi di cuore ogni anno.