Soltanto su Steam avrebbe venduto copie per quasi 200 milioni di dollari. Ma i Pokémon si sono risvegliati…
Da diversi giorni il fenomeno videoludico di cui più si sta parlando è Palworld, titolo sviluppato da Pocketpair e finito al centro di una polemica per presunto plagio di Pokémon. Le somiglianze con i mostriciattoli di Game Freak sono evidenti, ma nell’universo gaming parecchi altri prodotti si sono ispirati all’IP partorita dalla mente creativa di Satoshi Tajiri. Uscito su Steam il 19 gennaio scorso ecco uno dei primi numeri di Palworld: ha quasi 80mila valutazioni segnalate come molto positive. Non è ancora chiaro se Nintendo deciderà o meno di passare alle vie legali e rispondere a un fenomeno che sta collezionando cifre impressionanti. Su X Geoff Keighley, giornalista e organizzatore dei Game Awards, ha intanto fatto un rapido calcolo per stimare quanto finora avrebbe guadagnato la software house.
Palworld: i numeri (finora)
Al 24 gennaio Palworld ha venduto 7 milioni di copie in appena cinque giorni su Steam. Il dato dunque non tiene conto di quanto sta accadendo al videogioco nell’ecosistema Xbox (Game Pass compreso). Secondo Keighley soltanto su PC le vendite hanno toccato i 189 milioni di dollari. Pochi altri titoli nella storia hanno raggiunto simili numeri. Il titolo avrebbe toccato i 2 milioni di gamer in contemporanea.
Nelle scorse ore la Pokémon Company ha pubblicato un comunicato di poche righe, dal quale però emerge il fatto che Palworld è riuscita ad attirare l’attenzione di un gigante. «Abbiamo ricevuto molte richieste riguardanti il gioco di un’altra società pubblicato nel gennaio 2024 – si legge -. Non abbiamo concesso alcuna autorizzazione per l’utilizzo della proprietà intellettuale o delle risorse Pokémon in quel gioco. Intendiamo indagare e adottare misure adeguate per affrontare eventuali atti che violano i diritti di proprietà intellettuale relativi ai Pokémon». Sembra dunque di capire che il dibattito su Palworld sia appena cominciato. Nel frattempo il videogioco macina altri numeri sui social, dove in tantissimi ne stanno parlando tra entusiasmo, critiche e immancabili contenuti di basso livello.