E la lista potrebbe allungarsi. Nel 2021 fecero discutere le dichiarazioni dell’ex data scientist di Facebook Frances Haugen
In tutto sono 33 i procuratori generali di altrettanti Stati USA (tra cui anche California e New York) che hanno fatto causa a Meta, la Big Tech guidata da Mark Zuckerberg. E la lista potrebbe allungarsi come si legge sul Guardian. L’accusa riguarda in particolare Instagram, una delle piattaforme controllate da Menlo Park, giudicata dannosa per la salute mentale dei minori. «Meta – si legge nel documento – ha sfruttato tecnologie potenti e senza precedenti per attirare, coinvolgere e in definitiva intrappolare giovani e adolescenti. Il suo scopo è il profitto». Su quest’ultimo aspetto non ci sarebbe nulla da eccepire trattandosi di una multinazionale quotata in Borsa, ma è doveroso evidenziare gli effetti che l’utilizzo di queste piattaforme hanno sul benessere psichico delle persone, non soltanto sui minori.
Non è la prima volta che Meta affronta cause. Ma questa situazione è delicata dal momento che ha come protagonisti i minori e la loro tutela online, obiettivo che dovrebbe essere in cima alle priorità di qualsiasi azienda. Nel 2021, come ricorda The Verge, fecero discutere le dichiarazioni dell’ex data scientist di Facebook Frances Haugen, secondo la quale la sete di profitto avrebbe spesso messo in secondo piano il rispetto dell’etica. La replica da parte di un portavoce di Meta è stata immediata: «Siamo delusi dal fatto che, invece di lavorare in modo produttivo con le aziende del settore per creare standard chiari e adeguati all’età per le numerose app utilizzate dagli adolescenti, i procuratori generali abbiano scelto questa strada».