L’ex Twitter di nuovo in mezzo alle polemiche. Nel frattempo la società fatica a recuperare sulle entrate pubblicitarie
Secondo Elon Musk, il proprietario di X (l’ex social Twitter), fin da quando ha acquisito la società per 44 miliardi di dollari la Anti-Defamation League (ADL) avrebbe cercato di “uccidere” la piattaforma attraverso accuse di antisemitismo che ne avrebbero in parte fatto crollare le entrate pubblicitarie. Stando invece alla non profit contro cui il miliardario punta il dito il dibattito sulla piattaforma sarebbe peggiorato negli ultimi tempi a causa dell’hate speech e in particolare di post che diffonderebbero messaggi antisemiti (qui un recente report a supporto di questa tesi). Nelle scorse ore Musk ha postato su X dicendo che l’azienda potrebbe fare causa per diffamazione contro l’ADL.
Quando ha deciso di acquisire Twitter Elon Musk ha detto pubblicamente che il suo intento era di trasformare il social nella piazza del free speech contro ogni forma di censura. In tutte le interviste che ha rilasciato ha espresso questo concetto – la tutela del free speech – come prioritario in questa epoca. Tra le prime misure adottate ricordiamo la riammissione dell’ex presidente USA Donald Trump dopo il ban del 2021 a seguito dell’assedio a Capitol Hill a Washington.
Sono mesi che Musk fa parlare di sè a seguito della sua gestione aziendale. Prima i licenziamenti di massa – diffusi nel panorama Big Tech nel 2022 – poi la spunta blu a pagamento e infine il duello (per ora soltanto a parole) con Mark Zuckerberg dopo che il Ceo di Meta ha lanciato Threads, clone di Twitter. Musk nel frattempo ha dichiarato che X corre ancora il rischio di fallimento (le entrate pubblicitarie sono crollate del 50%).