MtGox apre un “forziere” che credeva vuoto e ritrova 200mila bitcoin, ovvero circa 120 milioni di dollari al cambio attuale. Le perdite della piattaforma (ne abbiamo parlato qui) di scambio giapponese scendono così da 850mila bitcoin (750 mila degli utenti, 100 mila di MtGox: in tutto equivalenti a circa 500 milioni di dollari) a 650 mila.
Le crittovalute erano custodite in un wallet online di vecchio formato, usato prima di giugno 2011 e ritenuto ormai vuoto. Un controllo eseguito dopo la bancarotta ha rivelato la sorpresa. In un comunicato, l’exchange spiega di aver reso noto il ritrovamento ai propri legali il 7 marzo, una settimana dopo l’inizio dell’iter giudiziario a Tokio. Lo stesso giorno i bitcoin sono stati trasferiti in un wallet online. Tra il 14 e il 15 marzo, per ragioni di sicurezza, è avvenuto il passaggio a un portafoglio offline. MtGox ci tiene a precisare che ogni passo è stato comunicato dagli avvocati alle autorità competenti. Ora il patrimonio della piattaforma è di 202mila bitcoin: i 200mila ritrovati e 2000 esistenti prima di finire in tribunale.
Il quadro, tuttavia, rimane poco chiaro per chi è rimasto coinvolto nella catastrofe finanziaria di MtGox. In pochi hanno creduto alle spiegazioni ufficiali, e anche quest’ultima novità appare controversa. Ieri un giudice di Chicago, nel corso di una class action ha autorizzato a tracciare alcuni movimenti dei bitcoin della piattaforma. “Si trattava di 180mila bitcoin che stavamo monitorando”, ha spiegato alla Reuters uno degli avvocati al lavoro sulla causa. “Poche ore dopo, MtGox afferma di aver ritrovato questi bitcoin… sembra che Mt.Gox abbia capito che ci eravamo andati vicini, e abbia deciso di rendere noto che possedeva questi 180-200 mila bitcoin”. MtGox, dal canto suo, precisa che gli 850mila bitcoin al centro dello scandalo non rappresentano una cifra certa: le indagini potrebbero rivelare una diversa dimensione delle perdite.