Accenture presenta la nuova edizione della Technology Vision all’Innovation Center di Milano. E svela l’impatto dell’AI nel lavoro. Ma anche l’identità digitale e il cloud ridisegneranno le nostre vite. Un consiglio per le aziende? Imparare a lavorare sui dati
Anticipare e intercettare i principali trend tecnologici che impatteranno sulla vita di imprese e consumatori nei prossimi anni. Con questa idea, Accenture ha presentato la nuova edizione della Technology Vision all’Accenture Innovation Center di Milano. Al centro, l’AI generativa e le altre tecnologie che stanno inaugurando una nuova era per il business, in cui la fusione tra digitale e fisico non è solo all’origine di nuovi prodotti e servizi, ma fa anche da traino alla ricerca scientifica. Ma quanto ne sappiamo davvero di AI generativa? E come questa avrà un impatto centrale nelle nostre vite?
In Accenture se ne è parlato con Mauro Macchi, amministratore delegato di Accenture Italia, Valerio Romano, Cloud First Lead di Accenture, Maria Mazzone, Managing Director Innovation di Accenture, Stefano Sperimbogo (Accenture), Maddalena Amoruso (Poste Italiane), Marco Ditta (Intesa Sanpaolo) e Alessandra Fidanzi (Eni).
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L’ascesa di ChatGPT ha attirato l’attenzione del mondo sul potere dell’AI generativa per aumentare le capacità umane. Secondo lo studio di Accenture si stima, infatti, che fino al 40% di tutte le ore lavorative sarà supportato o potenziato dall’intelligenza artificiale basata sul linguaggio. Dalla ricerca emerge anche che, tra i leader aziendali, il 98% degli intervistati concorda sul fatto che i modelli di base dell’AI svolgeranno un ruolo importante nelle strategie della propria organizzazione nei prossimi tre-cinque anni.
«Al centro della technology vision c’è sempre l’uomo con la sua capacità di pensiero, passione e creatività – ha affermato Mauro Macchi -. L’Italia, negli ultimi anni, ha migliorato il proprio posizionamento da un punto di vista di adozione digitale con progressi importanti sulla connettività e l’utilizzo di internet da parte delle aziende. Il 50% della popolazione, però, è poco skillata per l’uso del digitale. E nei prossimi anni servirebbe il triplo dei laureati rispetto ad oggi, in un’ottica di reskilling». Nell’insieme, il percorso è tracciato ma negli ultimi 10 anni, con la continua crescita delle tecnologie, si è andati verso un cambiamento che ha interessato i digital core aziendali, composti dal cloud, dai dati e dall’IA.
Cloud, dati e intelligenza artificiale
«Possiamo dire che il cloud sia l’abilitatore, i dati il driver e l’IA la potenza che contribuisce ad aumentare la produttività – ha proseguito l’ad Macchi -. Tutto questo fa parte della reinvenzione digitale dell’impresa. Il tema della sicurezza è sempre più centrale e attrarrà la maggior parte degli investimenti. Ogni azienda ha, di fatto, avviato percorsi che possono essere completati. La vera sfida, per tutti, è saper stare al passo coi tempi dell’evoluzione tecnologica». Tutto questo, secondo Accenture, avrà un impatto su tutte le professioni, che richiederanno un aumento delle performance e un cambio di approccio.
«Almeno 9 milioni di lavoratori, in Italia, avranno bisogno di reskilling. La sfida principale, oggi, è accelerare il cambiamento e la curva di utilizzo della tecnologia continuerà in maniera esponenziale. Allo stesso tempo, il cambiamento organizzativo e culturale sono quelli più complessi da mettere in atto. Investire in formazione porterà anche alla creazione di 2 milioni e mezzo di nuovi lavori collegati all’AI generativa». Molto importante è anche il tema della collaborazione pubblico-privato. «Vedo una grande spinta anche nel settore pubblico per introdurre cambiamenti. Abbiamo avuto modo di sviluppare e digitalizzare una serie di processi – ha proseguito Macchi – La simbiosi pubblico-privato potrà aumentare a beneficio di tutti. In questo senso è fondamentale anche la collaborazione con le Università».
I trend topic del futuro
Se la vita fisica e quella digitale saranno sempre più integrate in futuro (e ChatGPT ne è la prova), che cosa abiliterà questa integrazione? La Technology Vision 2023 di Accenture, che ha coinvolto complessivamente 4.777 aziende in 34 paesi e 25 settori merceologici, identifica quattro tendenze fondamentali che caratterizzeranno il prossimo futuro:
- AI generativa: quasi tutti i dirigenti concordano sul fatto che l’IA generativa sarà il co-pilota dell’ingegno e delle capacità umane, stimolando significativamente creatività e innovazione (98%) e inaugurerà una nuova era dell’intelligenza aziendale (95%);
- Identità digitale: la capacità di autenticazione di persone e risorse rappresenterà l’anello di congiunzione tra il mondo digitale e quello fisico. L’identità digitale risulta oggi percepita dall’85% dei dirigenti come un imperativo aziendale strategico e non solo un problema tecnico;
- Raccolta e utilizzo consapevole dei dati: l’intelligenza artificiale non può raggiungere il suo pieno potenziale fino a quando le aziende non riusciranno ad utilizzare in maniera strategica i dati a loro disposizione. Il 90% dei dirigenti ritiene che i dati stiano diventando un fattore chiave di differenziazione competitiva all’interno delle organizzazioni e trasversalmente per tutti i settori;
- Dialettica tra scienza e tecnologia: il rapporto tra scienza e tecnologia sta diventando sempre più stretto, con l’una che accelera il progresso dell’altra e viceversa. Il 75% degli intervistati ritiene che questa dialettica produttiva potrebbero in futuro sbloccare alcune delle più importanti sfide dell’umanità in vari ambiti.
La digital identity sta guidando la prossima generazione di tecnologie disruptive. Si tratta di un’identità digitale affidabile, che può scardinare molte consuetudini universalmente accettate e un’opportunità per le aziende di affrontare il futuro attraverso un modello radicalmente diverso di condivisione e proprietà dei dati. Se finora non abbiamo mai avuto una “core digital identity” per il web, e questo ci costringe a identificarci utilizzando, ad esempio, gli smartphone o l’email, in futuro avremo un’unica identità che ci identificherà per ogni azione che ci collega al mondo virtuale. Questo grande cambiamento sta creando un ecosistema in cui il dato è basato sul consenso e sul valore, e non più sul tracciamento e sul controllo come avviene oggi.
Cosa dovrebbero fare le aziende
Le organizzazioni devono farsi trovare pronte ad affrontare la sfida. Un nuovo approccio alla gestione dei dati è fondamentale se le aziende vogliono migliorare l’efficienza operativa, trasformare la loro relazione con i clienti o prendere parte attiva nella risoluzione di alcune delle questioni cruciali connesse alla sfera dell’informazione.
E c’è chi lo sta già facendo come Poste Italiane, che supporta la digitalizzazione del paese partendo dall’ascolto dei trend e degli sviluppi tecnologici; Eni, che grazie ad elevate capacità di calcolo e competenze promuove soluzioni ad alta mobilità sempre più incentrate sul cliente e con asset industriali diversificati; Intesa Sanpaolo, che attraverso il suo programma di digitalizzazione ha spinto su diversi asset come l’easy bank e la sperimentazione sull’ia generativa in corso per agevolare il rapporto col cliente, e la stessa Accenture, che punta a capire in modo veloce i gusti dei clienti per mettere a punto un prodotto quanto più vicino al target, assistere il cliente nell’esperienza di acquisto e permettere al professionista di concentrarsi sul valore e la produttività dell’organizzazione.