Sala ha in mente una città a 15 minuti, sul modello di Parigi
A Milano sta per inaugurare un nuovo servizio di car sharing, con una flotta di 400 elettriche targate Leasys, brand di Stellantis. Il modello d’auto scelto per offrire ai milanesi un servizio in più che disincentivi l’utilizzo del mezzo privato è tra i più iconici dell’automotive italiano: stiamo parlando della 500, in versione elettrica. «In questo periodo difficile che stiamo vivendo, ci fa particolarmente piacere accogliere un nuovo operatore di car sharing, che porta a Milano una flotta di auto completamente elettriche – ha dichiarato Marco Granelli, assessore alla Mobilità – La sharing mobility è una realtà consolidata che in questi anni ci ha permesso di contingentare il traffico e limitare l’utilizzo dei veicoli privati senza penalizzare il bisogno di muoversi dei cittadini». Travolta come tutte le città dalla pandemia e dal conseguente lockdown, Milano deve ripensarsi forse più di altre, ripartendo dai quartieri come ha dichiarato più volte il primo cittadino Beppe Sala.
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Milano: città a 15 minuti
Il nuovo car sharing nel capoluogo lombardo inaugurerà nel giro di qualche settimana e si andrà ad aggiungere a una bacheca di offerte ricchissime per quanto riguarda la mobilità elettrica e sostenibile sotto la Madonnina. Ricordiamo che Milano è la città che vanta il servizio di bike sharing più esteso e utilizzato a livello nazionale e che da tempo diverse aziende italiane ed estere mettono a disposizione noleggi di monopattini elettrici e scooter. Dopo anni di crescita negli utilizzi e negli abbonamenti, la pandemia ha senz’altro cambiato i piani delle imprese della smart mobility, orfane di studenti e lavoratori (da mesi in smart working) e di turisti.
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Secondo l’amministrazione Sala l’obiettivo è rendere Milano una città a 15 minuti, sul modello di Parigi, dove la sindaca Anne Hidalgo ha lanciato questo progetto di smart e green city. Bisogna fare in modo che i residenti possano trovare tutto quello di cui hanno bisogno a un quarto d’ora da casa. Questo comporta non soltanto investimenti sui trasporti, ma anche nei quartieri. Con questa impostazione non soltanto si ridurrebbe il traffico automobilistico privato, ma si alimenterebbe un tessuto urbano dove servizi e opportunità vengono distribuiti in maniera più equa.