Nel 2018 cadde il primo agosto. Mai così presto dal 1971, ovvero il primo anno in cui iniziammo a indebitarci con il pianeta e con il nostro futuro. Quest’anno abbiamo fatto di peggio
Oggi si celebra l’ Earth Overshoot Day 2019, ovvero le esequie del nostro pianeta. Il giorno in cui, insomma, abbiamo virtualmente esaurito le risorse che dovrebbero bastarci per un anno intero. Questo significa che da domani si andrà a scrocco, indebitandoci con il nostro ecosistema ma, soprattutto, ipotecando il futuro delle generazioni che ci succederanno. La domanda dunque è sempre la stessa: per quanto sarà ancora sostenibile un simile, sfrenato, modello di vita?
Earth Overshoot Day 2019, cos’è e perché è importante
Secondo i calcoli dell’organizzazione di ricerca internazionale Global Footprint Network, nel 2018 cadde il primo agosto. Mai così presto dal 1971, ovvero il primo anno in cui iniziammo a indebitarci con il pianeta e con il nostro futuro. Data curiosa se si considera che la prima Giornata della Terra venne inaugurata nel ’70.
Salvo rarissime occasioni, quella scadenza è stata via via anticipata. Nel 1971 cadde il 21 dicembre. Pochi anni dopo, nel 1985, il pianeta era già esaurito a inizio novembre, il 5. Nel 2000, il 23 settembre. Nel 2010 iniziammo a intaccare le riserve il 9 agosto.
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È chiaro che ci si sta avvicinando a grandi falcate a giugno. Se l’anno si compone di 12 mesi, non può essere sostenibile un modello di sviluppo in cui iniziamo ad attingere alle riserve al secondo trimestre. È come se una famiglia esaurisse lo stipendio mensile ben prima del 15 e fosse costretta a tirare avanti con ciò che resta nel proprio conto in banca.
Stiamo divorando il pianeta
C’è comunque ancora spazio per qualche considerazione sulla base dei dati del 2018. Global Footprint Network ha calcolato che per soddisfare la domanda di risorse naturali del nostro stile di vita (o meglio, di quello relativo all’anno scorso) occorrerebbero 1,75 Terre. Ovviamente non le abbiamo.
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Si tratta di una media mondiale. Se tutti vivessero col tenore di vita degli italiani, per esempio, di Terre ne servirebbero 2,6. E non abbiamo nemmeno quelle. Ma i più voraci sono gli statunitensi, che si pappano annualmente l’equivalente di 5 pianeti, seguiti dagli australiani (4,1), dai sudcoreani (3,5), dai russi (3,3) e dai tedeschi (3).
Gli italiani? Tra i più spreconi
E gli italiani si posizionano purtroppo nella parte alta della graduatoria, quella che accoglie i popoli che conducono gli stili di vita meno virtuosi. Se tutti nel mondo vivessero “all’italiana”, le riserve globali si sarebbero esaurite già lo scorso 15 maggio. Siccome a questi ritmi non c’è “cibo” per tutti, c’è chi fa la fame. È il Terzo mondo, costretto a digiunare non per mancanze di risorse, ma per la sperequazione crescente tra ricchi e poverissimi.