A ottobre si terrà la sesta edizione della grande manifestazione dedicata all’innovazione: ecco come proporre il proprio evento. Il tema? Lo sviluppo dei limiti per una transizione ecologica, sociale, digitale
Nel progettare e nell’agire abbiamo limiti sempre più tangibili e variegati: ambientali, energetici, sociali ed economici, ma anche etici, culturali e generazionali. Come essi influiscono sui nostri modelli di sviluppo? Quali e quanti paradigmi possiamo cambiare, rispettando questi nuovi perimetri? Quali soluzioni già ci sono e quali si potranno realizzare, nel breve e nel lungo periodo, nel digitale e nel reale?
Sono queste le domande a cui si cercherà di dare una risposta durante la sesta edizione di Milano Digital Week, che si svolgerà nel capoluogo lombardo dal 5 al 9 ottobre 2023. La più grande manifestazione italiana dedicata all’educazione, alla cultura e all’innovazione, promossa dal Comune di Milano e realizzata da IAB Italia, Cariplo Factory e Hublab, prosegue così la riflessione iniziata lo scorso anno, scegliendo come tema portante Lo sviluppo dei limiti. Partecipare a una transizione ecologica, sociale, digitale.
Call for Proposal attiva fino al 30.6
L’organizzazione è già entrata nel vivo e i preparativi fervono: si è aperta la Call for Proposal, a cui si potrà partecipare fino al prossimo 30 giugno. Un invito rivolto a tutti coloro che vogliono raccontare nuove soluzioni per una città che cambia, dal lavoro alla formazione, dalla mobilità sostenibile ai servizi al cittadino, dalla salute all’inquinamento, dal design thinking all’arte. Le proposte potranno poi essere presentate attraverso i diversi formati ibridi che animeranno la città meneghina per cinque giorni, tra workshop, talk show, conferenze ed experience, ovvero mostre, concerti e performance. Anche quest’anno, quindi, ‘Milano connette Milano’: aziende, startup, scuole, istituzioni e cittadini lavoreranno fianco a fianco fino a dare forma ad un articolato catalogo di proposte nate dall’intelligenza collettiva.
«La call è un momento clou della manifestazione, un’operazione bottom up, che parte dal basso: chiediamo a tutti gli stakeholder di partecipare e collaborare. Parleremo di tanti temi, tra cui Intelligenza Artificiale, blockchain, gemelli digitali, fake news ed onlife», ha sottolineato Layla Pavone, coordinatrice del Board per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune di Milano. «La parola chiave oggi è consapevolezza: è importante che ognuno di noi sia cosciente del ruolo che ricopre nei contesti digitali, ma anche in quelli fisici, in cui c’è comunque il digitale a fare da abilitatore. Il futuro delle nostre città è quello di essere data-driven e la nostra amministrazione pubblica negli ultimi anni si è mossa offrendo una serie di servizi sempre più utili, ma essere un cittadino digitale vuol dire sapere che siamo noi stessi a produrre quei dati: ognuno di noi è protagonista e deve conoscere i propri diritti e doveri».
Numeri da record e format innovativo rendono la Milano Digital Week un evento «unico, capace di riscuotere molto interesse anche a livello internazionale», come ha spiegato Sergio Amati, direttore di IAB Italia. «Nelle precedenti cinque edizioni abbiamo registrato oltre un milione di partecipanti, 100 partner commerciali e 3mila speaker, insieme a centinaia di application per la call. Più che un evento, ci piace definirci come una piattaforma inclusiva per la condivisione delle competenze e della cultura digitale, che finora ha ospitato 1.500 eventi online».
Open innovation e biodiversità di competenze
«Milano Digital Week è un vero esempio di open innovation», ha proseguito Carlo Mango, consigliere delegato di Cariplo Factory. «Una forma partecipata di tanti stakeholder, che si mettono insieme per parlare di come l’innovazione può migliorare la qualità della vita, senza dimenticare gli aspetti etici. Anche se la kermesse di eventi e iniziative animerà per cinque giorni Milano, il dibattito vuole essere più ampio e, proprio grazie al digitale, allargato a tutto il Paese. Come ci auspichiamo sia, in futuro, questo modello vincente di inclusione e partecipazione».
«La biodiversità di competenze, intelligenze e saperi che costituisce la vera infrastruttura di Milano ci sta accompagnando fin dalla prima edizione, coinvolgendo i singoli cittadini come il sistema accademico e produttivo», ha aggiunto Nicola Zanardi, CEO di Hublab e curatore di Milano Digital Week. «La Call che lanciamo ora, con ancora maggiore determinazione, unisce visioni, riflessioni e soluzioni del grande capitale umano, sociale e cognitivo rappresentato da tutte queste risorse, nessuno escluso. E una transizione davvero sostenibile non può prescindere dalla centralità del digitale, dalle sue forme nuove a quelle più sedimentate, e dalle applicazioni che una città piattaforma come Milano consente di implementare, sperimentare e discutere».
Serve una nuova tassonomia dell’educazione
Che ruolo può avere la formazione oggi, immaginando uno scenario futuro in cui l’AI sarà centrale in tanti campi lavorativi? Milano Digital Week sarà un’occasione importante per riflettere anche su questo aspetto, introdotto da Susanna Sancassani, responsabile del Centro METID del Politecnico di Milano: «Negli ultimi decenni il rapporto tra tecnologia ed apprendimento è cambiato profondamente. Subito dopo l’avvento del digitale ci siamo concentrati su come fare una nuova didattica, attraverso la multimedialità e l’ipertestualità. Poi, con la diffusione del digital learning, abbiamo messo in discussione anche il quando e il dove».
Ora, invece, ci ritroviamo a riflettere sul perché: «La formazione sarà importante per farci acquisire la capacità di connetterci in modo autentico con la realtà, in modo da poter chiedere all’AI di aiutarci a fare quello che vogliamo e da saper codificare l’output che ne riceveremo in cambio. Oggi usiamo spesso termini come ibrida, blended e duale per descrivere la funzione didattica: è un segno che dobbiamo ripensarla ed individuare una nuova tassonomia dell’educazione».
Nella foto in alto, da sinistra: Sergio Amati; Susanna Sancassani; Nicola Zanardi; Layla Pavone; Carlo Mango (photo credit: Camilla Miliani)