L’Australia minaccia il chatbot di OpenAI di diffamazione. Francia, Germania e Irlanda temono ripercussioni sulla tutela dei dati personali, mentre il Canada avvia le indagini
A seguire le orme tracciate dal Garante per la Privacy in Italia in merito al trattamento dei dati di ChatGPT sono anche altri Paesi. Tra questi, il Canada che ha avviato un’inchiesta su OpenAI per uso illegittimo di dati personali. Ma anche le autorità garanti dei dati personali di Francia, Germania e Irlanda starebbero valutando la possibilità di vietare al software di intelligenza artificiale la raccolta dei dati dei cittadini, sulla stessa linea italiana.
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Cosa è successo in Canada
In Canada, l’autorità garante della Privacy ha avviato un’indagine su ChatGPT “in seguito a una denuncia di raccolta, utilizzo e divulgazione di informazioni personali senza consenso”. Il dubbio per l’autorità canadese risiederebbe nel fatto che ChatGPT utilizzerebbe le informazioni disponibili online per fornire risposte dettagliate alle domande degli utenti in modo illegittimo. «Dobbiamo stare al passo con i rapidi progressi tecnologici, e questa è una delle mie principali aree di interesse», ha affermato il commissario canadese per la privacy Philippe Dufresn. Tra le contestazioni mosse contro il software, l’episodio che ha interessato un attivista canadese, Chris Saccoccia, che ha twittato un video – in seguito rimosso – in cui affermava che un chatbot di intelligenza artificiale condivideva informazioni che mostravano che Anaida Poilievre, moglie del leader del politico conservatore Pierre Poilievre, in qualità di amministratore delegato di Switch Health, una società che ha ricevuto milioni in contratti governativi per i test rapidi Covid-19 durante la pandemia.
Ma non ci sono prove che la moglie del leader dell’opposizione abbia mai lavorato per l’azienda e, secondo diverse analisi effettuate da alcuni esperti di disinformazione, ChatGPT è suscettibile di informazioni inesatte. La stessa OpenAI, nella sua pagina dedicata alle richieste di aiuto della piattaforma, ha affermato che ChatGPT a volte può fornire informazioni imprecise, a causa del suo database limitato.
ChatGPT preoccupa Francia, Irlanda, Germania
Secondo Reuters, le autorità di regolamentazione della privacy in Francia e Irlanda hanno contattato l’omologo italiano per saperne di più sul divieto. E la Germania potrebbe seguire le orme dell’Italia bloccando ChatGPT per problemi di sicurezza dei dati, come dichiarato il commissario tedesco per la protezione dei dati al quotidiano Handelsblatt. Qualche giorno fa l’Europol ha avvertito che i criminali informatici sono pronti a sfruttare l’intelligenza artificiale dei chatbot conversazionali per commettere frodi e altri crimini informatici.
ChatGPT accusato di diffamazione?
Anche l’Australia muove serie preoccupazioni verso il software di OpenAI. Il presidente della provincia di Hepburn Shire, Brian Hood, ha minacciato di denunciare la società se questa non correggerà le false affermazioni diffuse su ChatGPT. Secondo il chatbot, il politico sarebbe stato in prigione per corruzione, perché coinvolto in uno scandalo della Reserve Bank of Australia nei primi anni 2000. Un episodio che potrebbe rappresentare la prima accusa di diffamazione mossa contro uno strumento di intelligenza artificiale. Intanto, a Roma si attende l’incontro in videoconferenza tra l’autorità per la protezione dei dati personali e alcuni rappresentanti di OpenAI con l’obiettivo di confrontarsi e trovare una soluzione per ripristinare il servizio in Italia.