Il fallimento di SVB potrebbe scatenare la più grande crisi finanziaria negli Stati Uniti dal 2008. L’India è uno dei più grandi mercati di startup del mondo. Il ministro per l’IT, Rajeev Chandrasekhar, ha indetto un incontro con startup e PMI per capire come limitare gli impatti del fallimento di SVB
Che impatto avrà il crollo della Silicon Valley Bank? Se lo stanno chiedendo in tanti in queste ore. Tra questi, anche il ministro indiano per la Tecnologia, Rajeev Chandrasekhar, che ha indetto un incontro con le startup in questa settimana. Il fallimento di SVB, di fatto, potrebbe avere ricadute importanti sull’economia indiana e, in particolar modo, nel settore startup e PMI, sulle quali impatterà in maniera forte e immediata. Si pensi che l’India rappresenta uno dei più grandi mercati di startup del mondo con valutazioni multimiliardarie negli ultimi anni e il sostegno di investitori stranieri che hanno fatto scommesse audaci sul digitale e su altre attività tecnologiche. Cosa potrà fare, dunque, il Governo indiano per limitare la crisi?
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Cosa succederà alle startup indiane?
«Le startup sono una parte importante della nuova economia indiana. Le incontrerò durante questa settimana per capire l’impatto su di loro e come il governo potrà aiutarle ad affrontare la crisi», ha commentato su Twitter il ministro Chandrasekhar.
Il fallimento di SVB potrebbe scatenare la più grande crisi finanziaria negli Stati Uniti dal 2008, sconvolgendo i mercati globali e i titoli bancari e ora sta turbando anche gli imprenditori indiani. Come riferito dall’agenzia di stampa Reuters, due partner di un fondo di capitale di rischio stanno già facendo una serie di controlli con le società in portafoglio sui rischi causati dal fallimento della Silicon Valley Bank. Si tratterebbe di una parte significativa del loro capitale bancario totale. Le startup indiane legate all’IoT, che hanno attirato la maggior parte dei finanziamenti in India negli ultimi anni, secondo alcune statistiche saranno meno colpite. «Ho parlato con alcuni fondatori e la situazione è molto brutta – ha scritto Ashish Dave, CEO di Mirae Asset Venture Investments (India), su Twitter – Soprattutto per i fondatori indiani… che hanno creato le loro società negli USA e aumentato il loro round iniziale, SVB è la banca predefinita. L’incertezza li sta uccidendo. Quelli in crescita sono relativamente più sicuri, in quanto si sono diversificati. L’ultima cosa di cui avevano bisogno i fondatori».
Tra le società che già tracciano e definiscono i propri bilanci ci sono Freshworks, che lavora sui software, e l’indiana Nazara Technologies Ltd, società che si occupa di videogames: «Crescendo, abbiamo introdotto banche più grandi e diversificate come Morgan Stanley, JP Morgan e UBS. La stragrande maggioranza della nostra liquidità e titoli negoziabili oggi non è detenuta presso SVB», ha affermato Freshworks in un post sul blog, aggiungendo che la società sta già lavorando con clienti e fornitori che utilizzavano il proprio account SVB per migrare a conti bancari alternativi mentre Nazara Technologies ha dichiarato che due delle sue sussidiarie, Kiddopia Inc e Mediawrkz Inc, detengono saldi di cassa con SVB per un totale di 7,75 milioni di dollari.