Idrogeno verde e nuove frontiere: a che punto siamo in Italia? Lo spiegano Pasquale Salza e Paola Brunetto a #SIOS Sicily
Idrogeno verde: un elemento di cui si parla ancora poco ma che potrebbe rappresentare una svolta verso la decarbonizzazione. Enel Green Power ne sta parlando da tempo, ma quali applicazioni può vantare? E come cambierà il panorama nazionale? A SIOS Sicily ne hanno parlato Pasquale Salza, Head of Long Duration Storage and Hybrid Systems di Enel Global Power Generation Innovation e Paola Brunetto, Head of Hydrogen Business Unit di Enel Green Power.
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Idrogeno verde: quali sono i prossimi passi per la decarbonizzazione?
“La strada maestra per decarbonizzare è l’elettrificazione ma ci sono settori che non possono essere decarbonizzati. E’ proprio in questi contesti che interviene l’idrogeno verde; in particolar modo nel campo dell’industria chimica, della ceramica; nel trasporto a lunga percorrenza come l’aereazione e il trasporto marittimo, che causano oltre il 30% dell’emissione di CO2, oggi, a livello globale – spiega Paola Brunetto – Al momento, l’idrogeno verde non è ancora competitivo con i combustibili fossili, che è chiamato a dover sostituire. C’è ancora molto lavoro da fare per abbassare i costi degli elettrizzatori. In questo contesto, l’innovazione gioca un ruolo centrale perché può davvero riuscire nell’impresa di ridurre i costi e incrementare l’efficienza, diminuendo l’utilizzo di energia elettrica”. Innovazione e scaleup rappresentano due forze centrali nella decarbonizzazione. Con il progetto “NextHy“, Enel contribuisce allo sviluppo di una piattaforma di innovazione sull’idrogeno verde per connettere e accelerare lo sviluppo dell’ecosistema di questa tecnologia sostenibile. L’obiettivo è quello di accelerare la piena maturità commerciale di tutte le tecnologie che consentono di produrre idrogeno verde in modo sostenibile e competitivo. E lo fa proprio in Sicilia, con l’Innovation Hub&Lab di Catania, creando un ecosistema innovativo aperto a Università, startup e imprese. “Al momento abbiamo 5 progetti in Europa; 3 in Italia, due in collaborazione con ENI a Gela e a Taranto e uno in collaborazione con Saras in Sardegna – spiega Paola – Mentre in Italia questi progetti prendono piede nel comparto della raffinazione, in Spagna, dove abbiamo un progetto in essere, si utilizzano principalmente nel settore della chimica”.
A che punto siamo in Sicilia?
“Con l’utilizzo della tecnologia alcalina possiamo anche creare impianti di grossa taglia – spiega Pasquale Salza – L’innovazione fa sì che queste tecnologie siano più efficienti. Allo stesso tempo, c’è un’innovazione disruptive che si propone di portare sul mercato oggetti nuovi per rendere l’idrogeno verde competitivo. Riduzione dei costi e aumento dell’efficienza, combinati con la durata più lunga dei materiali e la fornitura di idrogeno già in pressione sono le sfide oggi. Si pensi che il fotovoltaico e le batterie, in dieci anni, hanno ridotto i costi dei dispendi energetici aumentando le performances e le prestazioni. La fusione permetterà di validare sul campo oggetti megawatt in un ambiente protetto ma significativo, in maniera veloce e competitiva. In questo senso, la scelta della Sicilia per testare e innovare era quasi obbligata”.