Un tessuto brevettato assieme al Politecnico di Milano riesce a confondere le telecamere che leggono i dati biometrici: «Non ce ne rendiamo conto, ma la raccolta di queste informazioni avviene spessissimo, senza esserne informati e non ci sono leggi che ci tutelano»
Pensiamo se la tutela della nostra privacy potesse essere garantita da un abito. Se fosse possibile indossare un capo che riesce a confondere la lettura dei dati biometrici. Una sorta di mantello dell’invisibilità degli elfi indossato da Frodo durante la sua traversata lungo la Terra di Mezzo ne Il Signore degli Anelli. L’idea può sembrare fantascientifica; in realtà è stata brevettata da Cap_able, una startup fashion-tech che, assieme al Politecnico di Milano, ha ideato un tessuto in maglia il cui pattern è in grado di schermare il riconoscimento facciale. A guidare Cap_able ci sono due donne: Federica Busani e Rachele Didero.
Cap_able: come è nata l’idea
«Nel 2019, a New York, già si parlava di riconoscimento facciale e dati biometrici – spiega Rachele Didero – In quel periodo mi trovavo negli USA per uno scambio al Fashion Institute of Technology. Da un incontro fortuito con un ingegnere della UC Berkeley e una conversazione su privacy e diritti umani, nasce l’idea di combinare moda e high tech».
“Se indosso un capo in cui è tessuta un’immagine avversaria i dati biometrici del mio viso saranno associati a una categoria errata come animale piuttosto che persona“
Dopo mesi di ricerca in cui si uniscono competenze di textile, machine learning e studio dei volumi del corpo per la creazione di capi d’abbigliamento, nasce il tessuto adversarial. «A partire da questo tessuto, brevettato nel 2021 con il Politecnico di Milano – prosegue una delle due co-founder -, abbiamo poi sviluppato la prima collezione di capi in grado di confondere le telecamere a riconoscimento biometrico: la Manifesto Collection, privo di sostanze chimiche e 100% Made in Italy».
“Abbiamo sviluppato la prima collezione di capi in grado di confondere le telecamere a riconoscimento biometrico“
«Durante un programma di formazione sull’impresa innovativa a Torino ho conosciuto Federica. Assieme abbiamo deciso di trasformare questo progetto in un business, e a luglio ha preso vita la nostra startup con sede proprio a Torino». La mission della startup, oltre alla vendita dei capi, è quella di accendere un faro sull’importanza della privacy e dei diritti umani. «Il riconoscimento facciale permette di riconoscere un oggetto o una persona – spiegano – e di avviare la raccolta dati, che si incrocia anche con i dati reperiti dai social network. Quello che Cap_Able è in grado di fare è confondere sin dall’inizio l’analisi biometrica per proteggere la propria privacy grazie a un algoritmo. In sostanza, se indosso un capo in cui è tessuta un’immagine avversaria proteggo i dati biometrici del mio viso, i quali non potranno potranno essere rilevabili o saranno associati a una categoria errata come “animale” piuttosto che “persona”. Non ce ne rendiamo conto, ma la raccolta dei dati biometrici avviene spessissimo e non ci sono leggi che la tutelano».
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La campagna su Kickstarter e i prossimi obiettivi
Le due giovani imprenditrici hanno appena lanciato una campagna su Kickstarter. «L’obiettivo è quello di raccogliere fondi che ci serviranno per la produzione – spiega la CEO – Permettiamo di pre-acquistare due dei capi della collezione, prodotti e confezionati da maglifici italiani certificati. La struttura dei prezzi della campagna è suddivisa in tre livelli: coloro che avranno pre-ordinato i capi tramite il deposito potranno godere di uno sconto del 40% sul prezzo retail, gli early bird potranno acquistare per il 25% di sconto, infine, il prezzo Kickstarter sarà fissato al 15% in meno rispetto al prezzo retail».
“La raccolta dei dati biometrici avviene spessissimo e non ci sono leggi che la tutelano”
Altri sogni nel cassetto? Anzi, nel guardaroba? «Prossimamente ci piacerebbe anche creare accessori come cappelli o maglieria che permettano di lavorare anche sulle singole componenti del filato con l’utilizzo di materiale che schermano. Nel frattempo, abbiamo riscontrato molto interesse nel nostro prodotto soprattutto da parte del mercato B2B, mentre quello B2C è ancora piuttosto impegnativo».