Nata nel 2014 come software house, è stata tra le prime realtà nel nostro Paese a occuparsene, dopo la comparsa di Ethereum. Il ceo, Vincenzo Rana: “fondamentale raccontare e spiegare la tecnologia, per renderla comprensibile a tutti”
“Quando è stata fondata, Knobs aveva un capitale sociale di 900 euro”. È il 2014 e tre ricercatori del Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano, Vincenzo Rana, Francesco Bruschi e Alessio Pagani, decidono di fondare una software house per aiutare le aziende a realizzare progetti basati su tecnologie all’avanguardia. “La nostra realtà nasce specializzata in prototipazione rapida, progettazione e sviluppo di progetti software e hardware complessi, anche in ambito IoT”, racconta Rana, attuale ceo, a StartupItalia.
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Dal 2019 l’azienda inizia a sperimentare sistemi basati sui non-fungible token. L’anno seguente, Knobs inaugura una piattaforma per la distribuzione di nft tramite Qr-code. Il portale, lanciato in collaborazione con l’Osservatorio blockchain & distributed ledger del Politecnico di Milano, fa da apripista a una crescita costante della società. “Fino all’anno scorso non abbiamo mai fatto ricorso né a finanziamenti, né a round”, sottolinea il ceo. Fondi diventati necessari quando i soci decidono di ampliare il personale della società, insieme a Smart Capital, realtà specializzata in investimenti di minoranza in aziende italiane d’eccellenza. “Il nostro fatturato è superiore di tre o quattro volte rispetto a quello dello scorso anno e si aggira tra i due e i tre milioni di euro“.
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StartupItalia: Insieme a Smart Capitals, lo scorso anno avete fondato anche Urania Tech. Di cosa si tratta?
Vincenzo Rana: «È una holding di partecipazione industriale che ha l’obiettivo di individuare e valorizzare startup e Pmi innovative attive nel mondo della tecnologia, con prevalenza in ambito blockchain. In questi giorni stiamo chiudendo il primo round di investimenti su Urania, che ci consentirà di finanziare e favorire la crescita di un maggior numero di realtà. In più, stiamo stringendo un accordo con BCode, una spin-off del Politecnico di Milano che offre alle aziende prodotti e soluzioni blockchain pronti all’uso. Knobs la finanzierà acquisendo una quota di minoranza».
SI: Anche l’Italia, seppure in ritardo, si sta aprendo alle nuove tecnologie, sia dal punto di vista accademico, sia imprenditoriale.
VR: «Come ricercatore e docente al Politecnico di Milano, al Mip, e in altre realtà nazionali e internazionali, sono impegnato in prima linea nella formazione dei futuri specialisti del settore sui temi legati alla tecnologia blockchain. È un momento di grande fermento su tutto il territorio nazionale, con la nascita di corsi e master e una richiesta sempre più forte di educazione tecnologica, che a volte proviene proprio dai ragazzi. C’è ancora molto da fare, ma sono fiducioso che presto saremo in grado di soddisfare la spinta positiva di avvicinamento a blockchain e saranno proprio i giovani i migliori ambasciatori dell’opportunità da cogliere in un futuro ormai alle porte».
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VR: «Abbiamo già vissuto diverse fasi simili a quella attuale, si pensi al crypto winter del 2018. Eppure, la tecnologia blockchain ne è sempre uscita rafforzata, almeno finora. In ogni caso, le potenzialità e le prospettive della tecnologia blockchain rimangono inalterate. Anzi, da un certo punto di vista, la rapida diminuzione di alcuni di questi asset digitali, come alcuni criptovalute e token, anche nft, consente di allontanare gli speculatori e far crollare i progetti meno solidi. Lasciando invece spazio alla nascita e all’evoluzione di progetti di valore».
SI: Di nft, Knobs si occupa da diverso tempo. In quali ambiti avranno maggiore possibilità di sviluppo?
VR: «Il concetto alla base degli nft può trovare applicazione potenzialmente in qualsiasi settore professionale e creativo. Ad esempio, lo scorso anno abbiamo ideato un sistema di distribuzione di token nft tramite una lotteria verificabile e con un’esperienza utente molto semplice, anche per non addetti ai lavori. Le declinazioni di questo strumento sono ancora tutte da scoprire, ma ne vediamo già alcune. Dal mondo del gaming e dei digital collectibles, alla gestione dei dati sanitari e delle cartelle cliniche. Dall’arte digitale e il mondo dell’intrattenimento, al marketing e alla tracciabilità di filiera, fino alla certificazione di documenti e dati».
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SI: Oltre alle trasformazioni che un uso più diffuso di blockchain potrebbe portare.
VR: «L’impiego di blockchain può portare, nel suo complesso, ai più profondi cambiamenti. Parliamo di nuovi modelli di gestione delle identità e dei dati personali, come i paradigmi di self-sovereign identity, e della possibilità di restituire trasparenza a tutti i processi resi opachi dall’automazione dei procedimenti e dell’elaborazione dei dati. Immaginiamo l’impatto che potrebbe avere sulle attività della pubblica amministrazione. Bisogna poi citare il connubio blockchain e IoT. Una combinazione dalle incredibili potenzialità, che potrebbe avere effetti sostanziali, se non rivoluzionare molti dei modelli di business tradizionali».
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SI: È importante arrivare al grande pubblico. Come raccontare all’opinione pubblica le novità di una tecnologia così dirompente nella vita di tutti i giorni?
VR: «Siamo ancora in una fase embrionale, in cui il numero di persone che parlano di blockchain e padroneggiano l’argomento è ridotto. C’è diffidenza, come sempre avviene quando una nuova tecnologia si affaccia sul mercato. Basti pensare alla famosa reazione di David Letterman quando Bill Gates raccontò Internet nel 1995! È una questione di tempo: le persone inizieranno a interiorizzare la blockchain, a percepirla come uno strumento per migliorare il proprio stile di vita e rinnovare i modelli di business delle loro attività. Ma è necessario che i professionisti del settore si impegnino ad essere proattivi e diffondere conoscenza e fiducia. Per diffondere informazione sulle potenzialità di questa tecnologia, il nostro team organizza e partecipa a webinar, eventi, corsi universitari e di formazione aziendale».
SI: Dalla politica state ricevendo segnali positivi su questo fronte?
VR: «Affinché la blockchain diventi una tecnologia ad alta diffusione e alla portata di tutti, è importante che le istituzioni conoscano le sue potenzialità. Abbiamo avuto l’opportunità di parlarne con il ministro Colao durante un convegno al Senato. È fondamentale raccontare e spiegare la tecnologia, renderla comprensibile e alla portata di tutti, perché cominci finalmente a essere percepita non più come un azzardo o una minaccia, ma come una grande opportunità per il futuro».