Secondo il report stilato da StartupItalia, nel primo semestre del 2022 abbiamo sfiorato il miliardo di finanziamenti per le startup italiane
Nel primo semestre del 2022 è stato già sfiorato il miliardo di finanziamenti per le startup italiane: per l’esattezza, parliamo di 968.499.000 euro. Per fare un raffronto, in tutto il 2021 sono stati investiti complessivamente 1 miliardo e 392 milioni e i dati sono ancora più incoraggianti se rapportati ai primi sei mesi del 2021, quando il team di StartupItalia aveva registrato una raccolta complessiva di 661 milioni. La crescita è evidente: parliamo di un incremento del +46,5% secondo quanto emerge dal paper stilato da StartupItalia. “I risultati sono, assolutamente, positivi e incoraggianti – ha affermato Andrea Di Camillo, presidente di P101 – Con numeri sempre più in crescita in termini di investimenti. I capitali attraggono altri capitali e quello che serve, in Italia, oltre al capitale, è la promozione dell’intero ecosistema. C’è la necessità di pensare a questo Paese non solo come centro di PMI“.
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Round e investimenti stranieri in crescita per le startup italiane
Anche il numero di operazioni è cresciuto, dell’11,8% rispetto allo scorso anno, per un totale di 104 di oggi contro le 93 del 2021. Tuttavia, il dato più rilevante è l’aumento dei round da 10 milioni di euro in su. Se, nel 2021, avevamo annotato 10 operazioni di questo tipo, quest’anno registriamo 16 tipi di investimenti di questo genere. Crescita apprezzabile anche nel numero di round guidati da investors stranieri che, se nei primi sei mesi del 2021 erano stati 14, nello stesso periodo del 2022 sono 20. “Il quadro generale è molto positivo – spiega Di Camillo – L’innovazione non si ferma e si stanno iniziando a raccogliere i frutti degli investimenti sinora effettuati. Allo stesso tempo, gli investitori stranieri, in Italia non hanno un canale di accesso. Ci sono una serie di tecnicismi legali e regole standard di investimenti che si applicano all’Estero ma non si possono applicare in Italia e ci si chiede perché, qua, non nascano unicorni. Se, da un lato, da un’economia come quella italiana arrivano risultati positivi, ci sono tante storie di startup e aziende che non sono ancora maturate. Abbiamo notato che, soprattutto in questi ultimi anni, le aziende che sono cresciute di più sono state quelle più importanti e queste, poi, inizieranno ad essere monitorate e quotate“.
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I settori più attrattivi per il mercato e gli investimenti
La grande varietà del nostro ecosistema fabbrica eccellenze in comparti molto diversi: il biotech, in testa, il software; il Green; il Food & beverage; il fintech; l’e-commerce e il real estate. Ma quali sono i settori nei quali si investirà di più in futuro? “Ci sono sempre i megatrend del Fintech e del Proptech che sono molto attrattivi – afferma il presidente di P101 sgr – Ma ci sono anche tecnologie abilitanti che si possono applicare a più settori; l’innovazione è trasversale. Dire, comunque, che, senza dubbio, i comparti dell‘healthcare e dell’educazione; il proptech e il real estate così come i servizi finanziari sono quelli più di interesse per gli investitori. Il crowdfunding rappresenta un assett class che dà accesso a una serie di prodotti, come le startup. Più si investe in startup e più crowdfunding ci sarà, e viceversa. Per una serie di motivi culturali, la nostra economia è fatta di aziende che non comprano. In generale, se si incentivassero di più, con diversi strumenti, l’acquisizione di queste, ad esempio con benefit e altri tipi di incentivi economici, il mercato della compravendita sicuramente crescerebbe”.
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Proprio l’equity crowdfunding registra un calo secondo il paper stilato da StartupItalia. Nella prima parte del 2021, la raccolta complessiva era stata di 48 milioni di euro con 72 operazioni, mentre quest’anno le campagne di equity chiuse per le startup innovative sono state 38, per un ammontare di 18,6 milioni di euro (dato al primo giugno 2022, fonte Osservatorio Crowdinvesting Politecnico di Milano).