Carrelli mobili che viaggiano a bassa velocità sui marciapiedi e sono guidati da remoto è la soluzione ideata dalla startup californiana. Efficacia, sicurezza e risparmio per i rivenditori i punti di forza
Robot guidati da remoto per l’ultimo miglio. Questa potrebbe essere una soluzione vincente per il food delivery del futuro, che in varie parti degli Stati Uniti è già presente. Il merito è di Tortoise, startup per le consegne automatizzate dedicate alla vendita al dettaglio, che ha realizzato carrelli mobili (con fari e luci sulla parte anteriore a imitare la faccia di una tartaruga sorridente, che è il simbolo aziendale) dotati di fotocamera e altoparlante, in grado di trasportare fino a un centinaio di prodotti e comandati a distanza da addetti che, una volta arrivati a destinazione, verificano l’identità del cliente.
Efficienza e risparmio
Fondata a Mountain View nel 2019 da David Graham e Dmitry Shevelenko, entrambi esperti di logistica e micromobilità, con il primo che conta esperienze in Lyft, Microsoft e Samsung, mentre il secondo ha un passato da supervisore nelle strategie e partnership di Uber, Tortoise offre una alternativa diversa alle aziende del ramo in cerca di servizi efficaci, capillari ma anche sostenibili economicamente. Quest’ultimo è uno dei punti di forza della startup poiché, come sottolineato dal Ceo Shevelenko, soddisfare l’esigenza degli utenti con consegne nell’arco di 10-15 minuti significa per supermercati e catene alimentari aprire e mantenere più negozi sul territorio, con il relativo personale a gestirli. In due parole: tanti soldi. Tortoise punta, invece, su piccoli magazzini distribuiti, con 8-10 robot telecomandati per ciascun punto, con cui evadere gli ordini e assicurare ai rivenditori un business sostenibile con un congruo risparmio. Secondo lo stesso Shevelenko, oltre a poter essere brandizzate come si desidera, le tartarughe su due ruote potrebbero garantire un esborso fino a 50 volte minore rispetto ai costi necessari per i magazzini fisici: il noleggio del robot si aggira sui 500 dollari al mese, a fronte di oltre 20.000 dollari necessari dei negozi, cui vanno aggiunti almeno un paio di addetti per il confezionamento degli ordini e per la consegna in bicicletta o scooter elettrico.
Come funzionano le tartarughe su ruota
Vada per l’aspetto economico, ma nel concreto come funzionano i robot di Tortoise? Ideati per consegne a corto raggio, possono trasportare fino a 70 chili di prodotti tra generi alimentari (inclusi caldi e surgelati protetti a dovere) e altri articoli, che viaggiano in contenitori isolati, chiusi e supervisionati da chi comanda in remoto il robot, si muovono su marciapiedi e piste ciclabili toccando la velocità massima di 12,5 chilometri orari, con l’andatura media che si aggira sui 6,5 km/h e un’autonomia di circa 6 chilometri. Sono illuminati sia sulla parte anteriore, sia in quella posteriore, per effettuare consegne in qualsiasi momento della giornata, inoltre funzionano anche in caso di pioggia e neve, riuscendo a salire su cordoli alti fino a 10 centimetri. Nel complesso, possono coprire consegne nell’arco di 7-8 chilometri, anche perché il loro utilizzo è collegato al numero di ordini che riescono a evadere durante la giornata, così da ripagare i costi per il noleggio. Per l’azienda, le tartarughe possono assicurare 8-10 consegne al giorno, tenendo a mente che dovrebbe essere sufficiente una media di tre ordini quotidiani a sostenere la spesa iniziale. Del resto il vecchio ‘chi va piano, va sano e va lontano’ è il motto della startup (presente anche nella bio su Twitter, unico riferimento social attivato finora dal team, oltre a LinkedIn).
L’espansione per integrare soluzioni
Avviati i primi test in California nel 2020, lo scorso anno Tortoise ha allargato il raggio d’azione espandendosi in varie stati americani, puntando anche sulla possibilità di personalizzare l’esperienza di prenotazione offerta ai rivenditori. Uno degli accordi più importanti l’ha siglato con KRS, catena di discount con punti vendita in tutta la nazione, che nei prossimi due anni utilizzerà presso i suoi store 500 robot per le consegne a domicilio. Le intese strette con altri player di mercato, come il gruppo Shoprite, i minimarket Choice Market ma anche con società specializzate in logistica, come AxelHire, dimostrano che c’è chi crede all’opzione a emissioni zero sviluppata da Tortoise. Con cui, come sempre quando si tratta di robot, si torna all’interrogativo sull’erosione di posti di lavoro, poiché anche l’eventuale trasformazione degli attuali corrieri in addetti alla guida delle tartarughe su ruota non è garanzia di continuità per gli operatori del food delivery. Chiamato a tirare acqua al suo mulino, tuttavia, per Shevelenko questo è un non problema, perché “l’obiettivo di Tortoise non è sostituire le soluzioni di consegna tradizionali, bensì di integrarle per migliorare il servizio dei rivenditori e il gradimento dei clienti”.