Il progetto IoT4TheGrid di Terna raccontato da Maurizio Marini, responsabile Digital Solutions
Impossibile scordarsi le immagini della devastazione provocata dalla tempesta Vaia nell’autunno 2018. Un evento climatico di quella portata, con venti fino a 200 km/h e piogge battenti per giorni, ha messo a dura prova anche la rete elettrica del nord est Italia, con tralicci danneggiati in mezzo a uno shangai di alberi abbattuti. È stato in quel momento che Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, ha deciso di avviare lo studio, lo sviluppo e il test di una soluzione di industrial IoT (internet of things) per monitorare in modo più efficiente e puntuale le infrastrutture in alta tensione, e aver così le informazioni necessarie a capire dove intervenire tempestivamente, prima o subito dopo un evento che interessa la rete. Che si trattasse di manutenzione ordinaria o di reazione di fronte a una catastrofe. In pochi anni l’azienda ha predisposto su 220 tralicci sparsi dal Veneto alla Sicilia dislocati su una parte significativa del territorio italiano, una serie di strumentazioni digitali, dotando i sostegni di sensori e tecnologie innovative ora in fase di scaleup. «Con il progetto IoT4TheGrid abbiamo coperto l’intera filiera, dall’hardware agli analytics», ha spiegato a StartupItalia Maurizio Marini, responsabile Digital Solutions di Terna.
IoT4TheGrid: il progetto
Fino all’implementazione del progetto IoT4TheGrid, Terna ha adoperato (e continua ancora a farlo su buona parte della rete) un sistema statistico per valutare dove e quando operare per le attività di manutenzione. In casi di eventi climatici estremi, come tempeste e nevicate, non è tuttavia facile capire dove intervenire. «Quando abbiamo pensato ai tralicci digitali non volevamo focalizzarci su uno specifico use case – ha precisato Marini – ma costruire un sistema di digitalizzazione che fosse standard e applicabile su diverse tipologie di linee». Sulle montagne, dalle Alpi agli Appennini, i sensori monitorano per esempio il fenomeno dei cosiddetti manicotti di ghiaccio che si formano sui conduttori delle linee elettriche in particolari condizioni di neve umida; sulle zone costiere, invece, registrano informazioni sullo stato degli isolatori esposti alla salinità e che quindi necessitano di essere puliti. «Abbiamo ideato un sistema che è interoperabile con altri tipi di sensoristica. Siamo in grado di equipaggiare qualsiasi linea in maniera modulare».
Le caratteristiche dei tralicci digitali
Oltre al lavoro sull’hardware, con scatolotti che contengono la tecnologia di industrial IoT sviluppata internamente da Terna, i tralicci digitali montano anche sensori di tipo tradizionale: stazioni meteo per la raccolta di dati come vento, umidità e irraggiamento, accelerometri e inclinometri applicati a cavi e funi, sistemi per la misura delle vibrazioni. Oltre alla presenza della tecnologia in quota, Terna ha portato avanti un lavoro di ulteriore digitalizzazione all’interno delle stazioni elettriche. «A differenza dei tralicci, le stazioni sono già dotate di un’infrastruttura di misura e raccolta dati. Con IoT4TheGrid – ha aggiunto Marini – abbiamo sviluppato una piattaforma in grado di raccogliere e valorizzare la mole di dati che registriamo ogni giorno».
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Per compiere questo percorso di digitalizzazione Terna è partita da un lavoro interno di ricerca e sviluppo e progettazione, coinvolgendo esperti di vari settori. «L’obiettivo è stato costruire una configurazione standard del traliccio digitale per fornire tutte le misure utili a prevenire, dove possibile, i guasti. Oppure a identificarli prontamente non appena si verificano, per agire in maniera sempre più efficace e tempestiva a beneficio dei cittadini». Tutto questo rappresenta l’ennesima dimostrazione di quanto i dati e la tecnologia possano rendere più efficienti e puntuali interventi di manutenzione straordinaria o ordinaria su una rete composta da circa 75 mila chilometri di linee in alta e altissima tensione e 900 stazioni (questi sono i numeri della corporate).
Il ciclo di trasformazione digitale in corso a Terna sta toccando dunque più elementi dell’infrastruttura. «Al momento sono 3200 i punti di misura ogni 15 minuti sui 220 tralicci digitali – ha concluso Marini –. Abbiamo chiuso la fase di progettazione tecnologica e di analisi funzionale. Ora inizia quella nuova, di industrializzazione dei sistemi e di scaleup». Dopo aver cominciato con Veneto, Abruzzo e Sicilia, la società ha pianificato l’installazione di sensori anche sulle linee di Lombardia ed Emilia-Romagna, adattandoli, come detto, in base alla tipologia di fenomeno riscontrato nelle specifiche aree geografiche. Dal momento che stiamo seguendo da mesi il percorso di open innovation dell’azienda, abbiamo infine chiesto come e se le startup possono rendersi utili in un’operazione così massiccia e sfidante. «Il nostro è un settore con esigenze molto specifiche e non sempre si trovano aziende con tecnologie già pronte a risolverli. Quel che invece è necessario fare, è lavorare insieme in ottica di codesign. Nei prossimi anni l’obiettivo è di arrivare a connettere migliaia di tralicci e stazioni elettriche».