You Only Live Once. Cosa ci racconta il trend?
Si vive una volta sola. Una frase fatta come tante altre è diventata il motto di una generazione di lavoratori, stanchi della routine al punto da mollare tutto, perfino un incarico e uno stipendio sicuri, per seguire la propria passione e farla diventare (almeno questo è l’obiettivo) il lavoro della vita. La cosiddetta YOLO economy – acronimo di You Only Live Once, coniato dal rapper Drake una decina di anni fa – raggruppa un’umanità varia, presente anche in Italia. Gli esempi sono tanti e pure chi scrive conosce chi, nell’ultimo anno e mezzo, ha deciso di compiere un salto nel vuoto, rinunciando a un contratto a tempo indeterminato – con tanto di tredicesima e benefit – per intraprendere un percorso nuovo. Chi lo fa, spesso, appartiene a quelli che l’Italia reputa ancora giovani: sono i Millennial, quei trentenni di oggi che meritano senz’altro tutta la nostra considerazione se scelgono di mettere sulla bilancia i pro e i contro del mettersi in proprio e, dunque, di cambiare vita. Andiamo ad analizzare meglio i numeri e le caratteristiche di questo trend.
YOLO economy: non è una passeggiata
Parlare di lavoro in questi tempi, con l’incertezza dovuta alla pandemia e la crisi di occupazione, richiede una premessa. Dal nostro magazine manteniamo alta l’attenzione sia verso le startup e gli imprenditori che riescono a trovare un mercato e a crescere, sia a chi ci prova tra mille difficoltà. La YOLO economy non va dunque intesa come una passeggiata: lasciare un lavoro e partire da zero con la propria attività richiede coraggio, sangue freddo e, soprattutto, non dà alcuna garanzia. Motivo in più per parlarne: perché tra tanti tentativi potrebbero essere molti i progetti innovativi pronti a sbocciare.
Nel mondo e in Italia
Una ricerca pubblicata da Microsoft in marzo riferiva che uno scioccante 40% dei lavoratori a livello globale è intenzionato (o l’ha già fatto) a cambiare lavoro nel corso del 2021. Cifra che, messa a confronto con le 10 milioni di posizioni ancora aperte negli USA, rende l’idea di quanto offerta e domanda di lavoro non sempre procedano sullo stesso binario. Anche in Italia è visibile questo trend della YOLO economy: nel nostro paese un giovane su due è intenzionato a cambiare. Difficile credere che tutti questi ragazzi e ragazze vogliano voltare pagina e abbandonare un lavoro sicuro. Ma anche la precarietà e gli stipendi non adeguati possono essere una molla.
Abituarsi al rischio
Leggendo un approfondimento sul New York Times, emerge uno spunto a cui forse non è stata data la necessaria attenzione. La pandemia e il periodo di elevata incertezza che tutti hanno vissuto può avere educato una fetta di popolazione a prendersi maggiori rischi: questo si nota negli investimenti cresciuti (almeno Oltreoceano), con un bilanciamento maggiore tra risparmi e capitale messo a frutto. Il rischio maggiore, tuttavia, un giovane o una giovane lo prende quando decide di intraprendere una propria iniziativa.
Anno dopo anno il numero di startup è cresciuto anche in Italia e, come vi abbiamo raccontato sul nostro magazine, moltissime sono quelle che, per sorte o volontà dei founder, hanno dato il via alle attività proprio nei difficili mesi del primo lockdown. Nella YOLO economy ritroviamo le tante storie dei nomadi digitali, professionisti che hanno dato una sterzata alla propria routine quotidiana (restituendo importanza a famiglia e benessere personale), così come dei content creator. Certi trend, oggi, sono più visibili perché la pandemia ha accelerato le transizioni. Sono anni però che sempre più persone tra quelle entrate da poco nel mondo del lavoro hanno maturato una nuova mentalità. E una cosa è certa: il posto fisso e sicuro non fa per loro.