Come cambiano gli eserciti grazie alla tecnologia. La Cina non è l’unica a lavorare allo sviluppo tecnologico del proprio esercito. Anche la Corea del Sud sta lavorando allo sviluppo di armi elettromagnetiche
La tecnologia non è solo tecnologia, ma è anche e sempre più potenza militare. Non è certo un mistero che la corsa alla leadership tecnologica sia funzionale anche e soprattutto a conquistare, o mantenere un vantaggio sul fronte degli armamenti in dotazione dei propri eserciti. L’ammodernamento tecnologico del settore militare è da tempo un mantra. Lo era già durante la guerra fredda, è tornato a essere una priorità assoluta dopo che il Pentagono ha individuato nell’ascesa cinese una potenziale minaccia alla supremazia geopolitica globale. La Cina è diventata il primo paese al mondo per numero di brevetti di intelligenza artificiale. Secondo un rapporto sullo sviluppo dell’AI in Cina divulgato a inizio 2021, negli ultimi 10 anni nel Paese sono state depositate quasi 390 mila domande, pari al 74,7% del totale mondiale.
La potenza tecnologico-militare cinese
Numeri impressionanti, che non dicono nemmeno tutto dello sviluppo tecnologico-militare della Repubblica Popolare Cinese. Nelle scorse settimane, come riportato dal South China Morning Post, un aereo senza pilota è stato abbattuto da un potente impulso elettromagnetico in quello che potrebbe essere il primo test riportato di una nuova arma avanzata in Cina. Pechino sta cercando di recuperare terreno rispetto a Washington, dopo che l’esercito americano ha testato nel 2019 un prototipo di arma elettromagnetica in grado di abbattere 50 droni con un solo colpo. L’esperimento, condotto dal China Electronics Technology Group, si è concentrato su un solo, grande aereo che è stato abbattuto mentre si trovava a circa 1500 metri sopra il livello del mare. Il tutto mentre i ricercatori cinesi starebbero lavorando a un’arma elettromagnetica da 80 gigawatt.
L’impegno di scienziati e ricercatori militari cinesi va oltre lo sviluppo delle armi elettromagnetiche. Si sta lavorando allo sviluppo di simulatori di guerra con modelli di conflitto di ultima generazione, nei quali le battaglie assomiglino di più a un “organismo vivente” aperto agli stimoli esterni. I sistemi di wargames sono utilizzati per cercare di prevedere l’esito di un conflitto e sono stati tradizionalmente trattati come un processo fisico. Ma questo approccio è considerato meno efficace man mano che le operazioni militari moderne diventano più complesse con l’utilizzo di droni e sottomarini automatizzati. Per questo l’Esercito popolare di liberazione sta cercando di svilupparne una nuova generazione basata su modelli biologici.
Un drone sottomarino hi-tech
A fine luglio, invece, un team di ricercatori ha messo a punto un drone sottomarino. Simili mezzi sviluppati nei paesi occidentali devono ruotare le loro lame a bassa velocità mentre sono sott’acqua per non rischiare di rompersi. Ma il drone cinese ha usato due tipi di lame progettati per girare 3.600 volte al minuto in acqua e in grado di mantenere una potente spinta. Durante un volo di prova di 90 secondi, il drone cinese dal peso di un chilogrammo e mezzo è rimasto intatto dopo essersi immerso ed essere emerso dall’acqua per sette volte. Gli scienziati militari lavorano anche a missili a lungo raggio ad alta velocità in grado di entrare in acqua e uscirci per evitare i sistemi di difesa di una nave da guerra o di una portaerei. Sempre secondo il South China Morning Post, l’esercito cinese avrebbe trovato un modo per far atterrare droni ipersonici. Una missione non semplice, considerando l’impossibilità dell’intervento umano e la velocità di rientro. Già due anni in una parata militare a Pechino era apparso il drone Wuzhen 8, che pare poter oltre la barriera del suono. Ma il programma ipersonico cinese sarebbe ben più vasto. La tecnologia di volo ipersonico non ha ancora applicazioni al di fuori del militare, ma la Cina prevede di costruire un aereo ipersonico civile. Entro il 2035, un aereo dotato di tale tecnologia potrebbe essere in grado di far volare 10 passeggeri in qualsiasi parte del pianeta in circa un’ora, secondo le autorità spaziali cinesi.
Le altre potenze che stanno sviluppando eserciti tecnologici
La Cina non è l’unica a lavorare allo sviluppo tecnologico del proprio esercito. Anche la Corea del Sud sta lavorando allo sviluppo di armi elettromagnetiche. Mentre il Giappone mira al superamento dell’articolo 9 della propria costituzione pacifista stimolando la contaminazione tra civile e militare per lo sviluppo di tecnologie legate a intelligenza artificiale, robotica e biotecnologie. Tokyo ha appena annunciato un budget difensivo record da 49 miliardi di dollari per il 2022, discreta parte dei quali orientata a perseguire un ammodernamento tecnologico del proprio esercito.