Il progetto è europeo e la pandemia ne ha accelerato la creazione, vista la disinformazione su vaccini e virus
Il nome italiano è di quelli lunghetti: Osservatorio Media Digitali contro fake news e disinformazione. Se volete c’è quello inglese: Italian Digital Media Observatory, che a sua volta dà vita a un acronimo: IDMO. Se ne sentirete parlare ancora, probabilmente, sarà come IDMO. E allora vale la pena capire cos’è e cosa farà.
Il progetto è coordinato dalla Commissione Europea, che sotto pandemia ha creato un network di hub nazionali sull’analisi dei Social Media per evitare la disinformazione sul virus, ma anche sui vaccini. Ogni Paese membro dovrà istituire il suo, anche se inizialmente si parte solo in otto nazioni.
Globalmente, saranno finanziati, almeno in questa fase di avvio, con undici milioni di euro. “Gli hub nazionali – fanno sapere dalla Commissione – combatteranno in otto Paesi UE la disinformazione, studiandone l’impatto sulle società per diffondere pratiche positive nell’uso dei media digitali attraverso la e-literacy e il fact-checking”.
L’Osservatorio Media Digitali contro le fake news sarà realizzato con il coordinamento dall’Università Luiss Guido Carli insieme a RAI, TIM, Gruppo GEDI La Repubblica, Università di Tor Vergata, T6 Ecosystems, Newsguard, Pagella Politica e con la collaborazione di Alliance of Democracies Foundation, Corriere della Sera, Fondazione Enel, Reporters Sans Frontie’res, The European House Ambrosetti. IDMO, fanno sapere gli organizzatori, aiuterà a implementare le attività promosse dall’Osservatorio Europeo dei Media Digitali (EDMO) nella lotta contro la disinformazione e le fake news a livello europeo con una strategia basata sul monitoraggio del flusso di informazioni e sull’utilizzo di strumenti basati su intelligenza artificiale.
Secondo l’ad della Rai, Carlo Fuortes, “E’ un dovere per la Rai partecipare a questa iniziativa. La Rai ha una capillarità nel territorio che è una straordinaria ricchezza per la possibilità di inclusione e prossimità”. Quindi ha aggiunto: “La pandemia ha sconvolto le nostre vite e ha prodotto nel Paese una domanda straordinaria nelle reti pubbliche e un aumento dell’attenzione nel governo della cosa pubblica e del servizio pubblico. Questo consente una prossimità col cittadino maggiore”. Dal governo, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Giuseppe Moles, ha commentato: “Le fake news non nascono oggi, ma vengono amplificate dal progresso e dall’anonimato della rete”.