Al via il progetto di economia circolare e collaborativa, Re-Think Your Jeans. Permetterà di recuperare le materie prime da vecchi jeans, in modo che diventino una nuova risorsa rigenerata
Strappati o fuori moda a volte ci stanchiamo dei nostri vecchi jeans. Ma in fondo, ci siamo pur sempre affezionati. Oggi è possibile ridare loro una nuova vita tramite il progetto Re-Think Your Jeans.
Il progetto, già sperimentato su cinque punti vendita NaturaSì nel 2019, si espanderà su tutto il territorio nazionale. Saranno coinvolti infatti 107 supermercati, impegnati nella raccolta di vecchi jeans da smaltire.
Nei negozi troverete appositi box per la raccolta dei jeans. Lasciando un capo costituito da almeno il 95% di cotone, contribuirete a sostenere un’economia circolare, Made in Italy e all’insegna della sostenibilità.
Nel progetto Re-Think Your Jeans sono infatti coinvolte quattro diverse anime. C’è NaturaSì, la rete di negozi biologici impegnata in progetti per il sociale. Partecipa Recooper, un’iniziativa di economia circolare realizzata da cooperative sociali che si occupano di raccolta e recupero di abiti usati. E infine ci sono due aziende di Prato: Pinori Filati, leader nella produzione di filati fantasia e rigenerati e Rifò, brand di moda sostenibile che produce capi fatti con materiali rigenerati.
Che cosa succede alla consegna dei miei jeans?
Chi deciderà di smaltire i vostri jeans negli appositi box, riceverà in cambio un buono sconto di 10€ da spendere per l’acquisto di un capo Rifò, direttamente dal sito o dal negozio di Prato.
Rifò è una ditta che nasce nel solco della tradizione di un mestiere, quello dei “cenciaioli”. La sua attività si basa su metodi di rigenerazione dei vecchi indumenti per produrre un nuovo filato da impiegare in nuovi capi di abbigliamento.
Rifò nasce come startup nel 2018, nel programma accelerazione “Hubble” di Nana Bianca a Firenze, con il sostegno di Fondazione Ricerca e Sviluppo e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Oggi Rifò ha creato una linea di abbigliamento e di accessori di qualità, prodotta interamente a Prato e dintorni, con fibre 100% rigenerate e rigenerabili.
Se prima poteva essere più complicato recapitare i vecchi jeans a Rifò, con il progetto Re-Think Your Jeans la consegna è rapida, facile e tracciabile.
“Durante la prima fase abbiamo ricevuto centinaia di richieste per l’espansione del servizio in tutta Italia. – spiega Niccolò Cipriani, fondatore di Rifò – La pandemia poi, con tutta l’attenzione al decluttering, ha creato ancora più sensibilità intorno a questo tema,confermando la giusta direzione del progetto.”
Come funziona l’economia circolare del jeans
I jeans consegnati saranno selezionati da parte di Recooper. “Per noi di Recooper è importante lavorare insieme. Crediamo che la passione che ci muove nel realizzare queste iniziative, sia il vero valore aggiunto”, spiega Davide Gaglioti della cooperativa sociale La Fraternità di Bologna, capofila del progetto Recooper. “Ci piace offrire la possibilità alle persone di partecipare attivamente al progetto, sentendosi protagonisti.”
Poi interverrà il distretto tessile pratese che lavora i jeans e li riduce allo stato di fibra. È Pinori Filati, che produrà il filato denim, la base per la realizzazione di capi sostenibili.
Rifò ha già il progetto di usare parte del tessuto rigenerato per lanciare in autunno un capo di abbigliamento Rifò in collaborazione con il brand OSO. È una nuova linea di abbigliamento nata con l’obiettivo di vestire in modo etico e inclusivo. Infatti sarà confezionata da una rete di sartorie sociali che aderiscono al progetto, per creare un brand green,ecosostenibile ed etico.
Il destino dei rifiuti tessili in Italia oggi
Che cosa accadrebbe ai nostri Jeans se non ci fosse un progetto come Re-Think Your Jeans? Per ora, i vestiti dismessi finiscono nei circuiti dell’abbigliamento usato o delle donazioni. Questo però vale solo quando entrano nel circolo virtuoso del riuso.
La gran parte degli scarti tessili finisce nell’indifferenziato. Secondo ISPRA, in Italia, i rifiuti tessili urbani ammontano a 158 mila tonnellate nel 2019. A questi si aggiungono le 335 mila tonnellate di rifiuti speciali prodotti dalle 45 mila aziende del settore tessile.
Le cose potrebbero cambiare all’inizio del 2022, quando dovrebbe entrare in vigore il decreto legislativo n°116 del 2020. Con questa legge l’Italia anticipa di tre anni quanto richiesto dalla Commissione europea. Tra gli obiettivi di economia circolare fissati dal New Deal, l’Europa chiede agli stati membri di raccogliere in modo differenziato i rifiuti tessili. Per allinearsi con questa direttiva ci sarebbe tempo fino al 1 gennaio 2025.
Resta da chiedersi se l’Italia è pronta per questa trasformazione che pone al centro la raccolta differenziata e la valorizzazione del rifiuto tessile in una cornice di riciclo e economia circolare.
Re-Think Your Jeans offre dunque un servizio innovativo, che può senz’altro contribuire a questo importante passaggio nella gestione dei rifiuti tessili.
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l progetto però non si limita a fornire una prestazione al consumatore ma è teso anche a creare una filiera. Nel nostro Paese la produzione di materie prime tessili è del tutto assente. Sono tutte importate dall’estero.
Re-Think Your Jeans è un’economia di approvvigionamento di materia prima, rigenerata, tracciabile e proveniente dall’Italia.