Sulla startup toscana punta Coatue Management, già abile a scommettere su diversi futuri unicorni: al centro del progetto c’è una piattaforma in grado di migliorare e distinguere l’esperienza di ecommerce di grandi brand e imprese
Un round da 16 milioni di dollari per continuare ad espandere il business e sviluppare nuovi strumenti sulla piattaforma di ecommerce che mette a disposizione delle aziende che vogliono aumentare le vendite, oppure conquistare uno spazio o ancora distinguersi nel commercio elettronico. Sembrerebbe un finanziamento come capitano ogni giorno nel mondo startup, invece quello firmato nei giorni scorsi da Commerce Layer racconta una storia particolare quanto significativa. Perché l’azienda è stata fondata nel 2017 da Filippo Conforti e Massimo Scardellato, due specialisti nell’ecommerce con un passato in Gucci che hanno lasciato le sicurezze per sviluppare un headless commerce, cioè un’architettura con cui gestire il backend, facilitando le aziende interessate, che in tal modo possono e devono concentrarsi soltanto sullo sviluppo dell’interfaccia con cui entra in contatto l’utente finale.
Una nuova visione per l’ecommerce
La storia della startup rifugge dal tipico percorso delle aziende in erba tricolori, perché con l’ecosistema nostrano non c’è mai stato un aggancio. Una stranezza spiegata, solo in parte, con la volontà dei fondatori di realizzare un prodotto di respiro globale, tanto che anche il primo finanziamento – successivo agli 800.000 euro ottenuti in fase preliminare tra amici e conoscenti – è arrivato dagli Stati Uniti. Lì c’è grande attenzione e ricerca di soluzioni efficaci di headless commerce, tecnologia giovane che permette alle aziende di offrire un’esperienza ecommerce unica e campo nel quale iniziano a emergere riferimenti di livello, come Spryker, Swell, Shopify Plus e Shogun. “È un approccio per sviluppatori moderni, che consente di modificare o rifare completamente un sito di ecommerce utilizzando le ultimissime tecnologie senza preoccuparsi del negozio”, ha spiegato Conforti in una intervista a Repubblica.it.
La convinzione oltre i soldi
Nel maggio dello scorso anno è stato annunciato il round di Serie A con un finanziamento di 6 milioni di dollari guidato da Benchmark Capital, con la partecipazione di Mango Capital, DAXN, PrimeSet, SV Angel e NVInvestments. Stavolta la cifra triplica, 16 milioni di dollari, con Benchmark e Mango Capital ancora presenti ma con Coatue Management a guidare l’investimento. E da qui si può intuire il colpo segnato da Commerce Layer, capace di convincere uno dei fondi più importanti in assoluto, che è il quinto se ne facciamo una questione di aziende con valutazione pari o superiore a 1 miliardo di dollari in portafoglio. La startup con sede a Prato, così, si divide tra Stati Uniti e Italia, anche se al momento i progetti di trasferimento restano nel cassetto, perché del resto il mercato di riferimento è globale e non circoscritto a quello a stelle e strisce. “Ho parlato con circa 150 fondi americani e inglesi, alla fine ho scelto Coatue non per i soldi, ma perché si sono dimostrati i più convinti delle potenzialità del nostro prodotto”, dichiara Conforti nella stessa intervista.
La startup diventata italo-americana
Contare sulle spalle larghe dei fondi amici è un buon segno per il futuro di Commerce Layer, nel cui Consiglio di amministrazione prende posto Caryn Marooney, in passato vicepresidente di Facebook per la comunicazione, dopo l’entrata di Eric Vishria, in rappresentanza di Benchmark. “L’ecommerce è diventato il fulcro della nostra vita quotidiana, con i grandi marchi e le imprese che hanno bisogno di vie migliori per costruire vetrine online di primo livello. Crediamo che Commerce Layer stia costruendo la piattaforma API per questa nuova categoria e siamo felici di unirci a loro nel perseguire la loro ambiziosa visione”, ha affermato in una nota legata all’investimento Marooney.
Storia di un incontro fortunato
Con le azioni che hanno segnato un balzo enorme grazie alla pandemia e alla conseguente impennata del commercio elettronico (qualcuno ricorderà che perfino Amazon in Italia e Francia bloccò gli ordini per dare precedenza ai prodotti più urgenti) e l’incremento dei clienti (tra cui figurano Coca-Cola Embonor, Chilly’s, SumUp e Richard Ginori) e del fatturato da circa 200.000 euro a 1,2 milioni di euro, Commerce Layer ha una valutazione al momento di circa 87 milioni di euro e, per quanto le prospettive appaiono rosee, è attesa da tanto lavoro e dura competizione prima di emergere come un modello di settore. Resta l’interrogativo di fondo per gli investitori italiani, mai entrati in rotta di collisione con la startup toscana. Che deve parte del suo fortunato percorso all’incontro con i fondatori di Netlify, società americana di cloud computing, che hanno segnalato la creatura di Conforti e Scardellato a Mango Capital, avviando la catena di incontri e investimenti conclusa, per ora, sotto le ali di Coatue Management.