Abbiamo per le mani la prima, vera, killer application per PlayStation 5?
Uno dei titoli più attesi di questo 2021 era senza dubbio Ratchet & Clank: Rift Apart, arrivato sugli scaffali cinque anni dopo il remake del primo capitolo: le aspettative erano altissime e questa recensione avrà proprio il compito di dirci qual è la sostanza del titolo di Insomniac Games, che ha dalla sua un alto numero di capolavori (su tutti Marvel’s Spider-Man)
La recensione di tutti gli universi paralleli di Ratchet & Clank: Rift Apart
Che conosciate l’universo in cui si muovono la spregiudicata volpe spaziale e il suo amico metallico (soltanto qualche mese fa il remake era scaricabile gratuitamente nell’ambito della lodevole iniziativa anti Covid Play At Home) o meno, poco importa. Come capirete da questa recensione, Ratchet & Clank: Rift Apart è stato pensato per accogliere nuove leve tra i fans, oltre che per mettere alla prova il nuovo hardware Sony, quello che ruggisce sotto le vostre PlayStation 5 e che finora, a dirla tutta, è rimasto abbastanza sonnacchioso.
Certo, conoscere gli antefatti e i personaggi topici della saga permetterà di farsi qualche risata in più, visto che, per via del bizzarro canovaccio, li incontreremo in vesti totalmente inedite e inattese ma, al pari degli altri capitoli, anche quest’ultimo episodio si caratterizza per essere un vero e proprio cartone animato interattivo, in cui le numerosissime sequenze di intermezzo (forse troppe?) permetteranno a tutti, in particolar modo ai più giovani, di divertirsi un mondo.
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Partiamo appunto dalla trama: il buon Clank decide di fare un regalo al suo amico Ratchet. Si è difatti accorto che, sebbene l’amico non lo dia mai a vedere, il suo entusiasmo è perennemente velato dalla tristezza per la consapevolezza di essere l’ultimo esponente della razza Lombax. Il robottino crea allora un marchingegno per aprire varchi dimensionali, nella speranza che altrove le linee temporali degli universi paralleli si siano sviluppate in modo differente e abbiano permesso ai Lombax si salvarsi e prosperare. Tutto bellissimo, se non fosse che piomba immancabilmente sulle scene il malvagio Dottor Nefarious che ruba il meccanismo e ne combina di tutti i colori, facendo collassare gli universi su loro stessi.
L’idea, per quanto stramba e forse un pochino inflazionata, si rivela invece parecchio azzeccata per più ordini di ragioni: anzitutto l’apertura di più mondi significa permettere di inanellare una ridda di situazioni diversissime tra loro, senza che ci siano logiche da rispettare. Inoltre, come già si anticipava, ha fornito agli sceneggiatori la ghiotta opportunità di riciclare personaggi del passato ributtandoli sul proscenio con ruoli nuovi. Infine, soltanto un hardware potente come quello di PlayStation 5 poteva consentire, a livello tecnico, la concatenazione di mondi. E poi la trovata degli universi offre pure il pretesto per introdurre Rivet, alter ego di Rachet ma di sesso femminile: una Lombax viola tanto cocciuta quanto intrigante.
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Insomma, se siete arrivati fin qui con la nostra recensione, starete intuendo che di carne al fuoco, in Ratchet & Clank: Rift Apart, ne è stata messa davvero parecchia. Di fatto, i ragazzi di Insomniac Games vi danno in mano un telecomando con cui fare uno zapping continuo e forsennato tra mondi e universi diversissimi tra loro, in una sarabanda di situazioni, effetti speciali e set tridimensionali che vi lasceranno a bocca spalancata. Probabilmente Ratchet & Clank: Rift Apart non è davvero la killer application che PlayStation 5 attendeva, e continuando a leggere la nostra recensione capirete perché, ma sicuramente è il primo titolo che fa intuire le potenzialità del nuovo hardware, considerato quanto sa essere spettacolare senza ingombranti caricamenti di mezzo.
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Abbiamo adombrato che non sia tutto perfetto, cosa è andato storto? In realtà nulla, ma a livello di gameplay poteva essere fatto molto di più. Evidentemente il team di sviluppo si è concentrato soprattutto sul versante tecnico e su quello artistico, non riuscendo poi a rivoluzionare le regole di gioco quanto il nuovo episodio avrebbe meritato. E allora abbiamo di fronte un “canonico” platform – sparatutto, in cui essenzialmente si prosegue lungo corridoi 3D, che presenta come novità l’opportunità di aprire varchi dimensionali e portare altrove la propria folle opera devastatrice. Tutto ciò viene di tanto in tanto sporcato da collisioni poligonali non proprio perfette che, pesando soprattutto sulle sequenze platform, non permettono ancora una volta ai due di agguantare Super Mario. Avremmo anche preferito qualche enigma e qualche sequenza cinematografica in meno, visto che tendono a spezzare troppo l’azione. Intendiamoci, il cocktail complessivo è comunque gustosissimo, per carità, ma ci saremmo attesi qualcosa di ulteriormente brioso e frizzante.
In definitiva, comunque, Ratchet & Clank: Rift Apart si è rivelato un carrozzone stupendo di mondi e situazioni, una gragnuolata di effetti speciali e particellari (gli sviluppatori hanno inserito armi folli), una carrellata di strutture colossali e nemici altrettanto giganteschi. E poi, ovviamente, c’è l’immutata simpatia di un duo collaudato, ora alle prese con una figura femminile che non vuole certo fare la valletta della situazione. Purtroppo, a livello di gameplay, non siamo di fronte a un episodio di rottura, ma almeno abbiamo capito cosa può combinare davvero l’hardware di PlayStation 5 e… wow!