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Il 19 e il 20 marzo è in programma una nuova masterclass organizzata dalla divisione educational di The Digital Box
«Meno dura la conversazione, migliore è il lavoro che è stato fatto sull’assistente virtuale». Iolanda Iacono, Chief Customer Officer di QuestIT (società del gruppo The Digital Box), presenta così quello che è il dietro le quinte di software e tecnologie ad alte prestazioni che consentono a cittadini e clienti di interfacciarsi con aziende, marketplace e pubbliche amministrazioni attraverso i cosiddetti digital human, umanoidi digitali in grado di disambiguare le domande e capire le esigenze di chi le pone. Il 19 e il 20 marzo è in programma una nuova masterclass – qui link alle iscrizioni – organizzata dalla divisione educational di The Digital Box (che ha investito in QuestIT) rivolta non ad esperti del settore, ma a professionisti che vogliono aggiornarsi e a giovani in cerca di stimoli per apprendere uno dei mestieri del futuro.
Conversation designer: il profilo
«C’è molta confusione attorno alla definizione di conversation designer – ha premesso Iacono, responsabile di tutti i coach coinvolti nel percorso di formazione lanciato da The Digital Box – C’è chi pensa siano copy writer, altri invece li definiscono sviluppatori. Il progettista della conversazione è in realtà colui che si occupa di creare tutte le strutture possibili di un discorso. E il vero lavoro parte quando l’assistente virtuale va online». Come vi abbiamo già spiegato, uno dei casi studio di questa tecnologia riguarda Caterina, prodotto da QuestIT che ha battezzato così la digital human che presta servizio al Comune di Siena. Oltre 66mila conversazioni in un anno e quasi 250mila messaggi scambiati, dando un grosso contributo in occasione del lockdown.
Il trend della voce
«Stiamo passando dalle interfacce grafiche a una nuova modalità di interazione – ha aggiunto Antonio Perfido, Head of Digital The Digital Box e ideatore del modello formativo Convergent Marketing – la voce è lo strumento più naturale e, usando gli assistenti virtuali, offre una grande opportunità alle imprese. Grazie a soluzioni come Caterina si ottengono risultati concreti. Il conversation designer deve umanizzare il rapporto tra utente e macchina dal momento che l’intelligenza artificiale e il trend della voce andranno di pari passo».
L’AI in Italia: mercato da 300 milioni
Stando ai numeri recenti pubblicati dall’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano il mercato dell’AI in Italia è salito a 300 milioni di euro e proprio il settore degli assistenti virtuali è cresciuto del 10% lo scorso anno, sulla spinta del lockdown che ha costretto aziende e PA a trovare nuove soluzioni per non bloccare le comunicazioni. «L’assistente virtuale – ha spiegato Iacono – si basa su tre fattori: la natural language generation, il natural language processing , e il natural language understanding. L’obiettivo della nostra masterclass è permettere agli iscritti di toccare con mano queste tecnologie, per capire come si costruiscono da zero. Da un certo punto di vista credo che questa professione si possa configurare come l’evoluzione naturale dei social media manager».
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Oltre a interessare le aziende pubbliche e private per dialogare con l’esterno, l’impiego di assistenti virtuali andrebbe a beneficio anche delle comunicazioni tra i vari reparti di un’organizzazione, aiutando dipendenti e collaboratori per quanto riguarda problemi e richieste frequenti. «Non è necessaria una competenza tecnica per formarsi da conversation designer», ha assicurato la Chief Customer Officer di QuestIT. «Noi temiamo che la mancanza di figure professionali adeguate possa frenare lo sviluppo di queste tecnologie – ha concluso Perfido – ecco perché l’accelerazione della formazione serve a colmare questo gap e suggerire alle imprese di investire in AI».