Il grido d’allarme lanciato da Montezemolo. Intanto il Governatore Fontana chiede sempre meno spostamenti
«A questo punto se non arrivano i fondi promessi in tempi brevissimi, Italo sarà costretto a fermarsi». Nell’intervista al Corriere della Sera, Luca Cordero di Montezemolo ha lanciato il grido di allarme per il settore dei trasporti su rotaia. A poche ore dall’avvio del coprifuoco in diverse Regioni italiane, il nodo dei trasporti resta ancora irrisolto. «I treni ad alta velocità sembrano cliniche – ha dichiarato- puliti, posti seduti e quindi tracciabili, ricambio d’aria frequente. Il ministro della Sanità il 14 luglio aveva stabilito che potessimo salire all’80% di capienza, poi un’incomprensibile marcia indietro, con la conseguenza che oggi sui treni ad alta velocità si viaggia al 50%, mentre sul trasporto locale all’80% o al 100%, senza controlli e con pericolosi ammassamenti».
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Italo e il nodo dei trasporti
Intanto oggi, venerdì 23 ottobre, è in corso lo sciopero per treni e bus in varie Regioni. Poche ore fa il Governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha dichiarato che per evitare il lockdown bisognerà ridurre o il numero delle persone che vanno a scuola o di quelle che vanno al lavoro. In questo scenario i mezzi pubblici costituiscono la questione cruciale per ridurre gli assembramenti a bordo. A spingere le sigle sindacali a dichiarare lo sciopero odierno è proprio la situazione di affollamento sui mezzi pubblici che, da settembre in poi, ha alzato il livello di attenzione sul rischio contagio.
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Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana
In un’intervista a StartupItalia, l’ad di Flixbus, Andrea Incondi, ci aveva spiegato che la situazione attuale rischia di colpire a morte diverse aziende impegnate nel settore dei trasporti. «Auspichiamo che il governo tenga fede alle promesse fatte e supporti le imprese della media e lunga percorrenza – le sue parole – Se ciò non dovesse accadere, sarebbe la morte certa di centinaia di aziende».