Si è guardato intorno, Giuseppe Corsaro, alla ricerca di qualcuno che la pensasse diversamente. Così ha creato il gruppo Insegnanti 2.0.
“Non possiamo fare una scuola diversa dalla vita che vivono là fuori. I ragazzi imparano anche da lì”. Laureato in filosofia ed informatico sui generis, Giuseppe Corsaro, l’insegnante della scuola media inferiore dell’istituto di Mascalucia, ha deciso di fondare nel 2012 il gruppo Facebook Insegnanti 2.0. Oggi conta più di 10.000 utenti.
Ha le idee chiare questo Prof. 2.0, anche se l’appellativo “duepuntozero” è una mera etichetta per lui, preferisce i fatti alle definizioni. “A scuola i professori non sono abituati a lavorare in team. Ognuno la pensa come crede e va dritto per la sua strada. Mi sono guardato intorno, spingendomi più in là del mio naso, alla ricerca di qualcuno che la pensasse diversamente. Così ho creato il gruppo Insegnanti 2.0”
In poco più di 18 mesi il gruppo Facebook ha riunito un numero sorprendente di insegnanti e le statistiche continuano a crescere con ritmo sostenuto. Poi è arrivato il supporto di altre due figure fresche e motivate, Chiara Spalatro e Elisabetta Nanni, che lo supportano nella gestione del gruppo. Dietro ogni adesione ci sono delle storie, che vengono raccontate e condivise ogni giorno, cercando di trovare delle buone pratiche da condividere per la “scuola che cambia
Giuseppe continua spiegando che “quando procurarsi un libro era un problema, il professore era l’unica fonte di conoscenza, ma ora le cose sono cambiate: il sapere è nelle tasche dei nostri ragazzi. Gli Insegnanti 2.0 sono coloro che scendono dalla cattedra e realizzano un lavoro creativo, collaborativo e alla pari con gli studenti. Questo non significa che i docenti non siano più fondamentali a scuola, anzi, forse oggi più che mai devono ricoprire un ruolo di guida“.
Le lezioni frontali stanno morendo, lasciando l’eredità ad una nuova didattica. L’insegnante diventa il regista dell’apprendimento, ponendo la tecnologia a servizio della conoscenza. Il docente indirizza lo studente verso la selezione di informazioni, perché il problema non è più quello di ottenere le informazioni, piuttosto individuare quelle valide. E’ quello che fa la sua community.
Gli studenti, nonostante siano definiti “nativi digitali“, si sanno muovere molto goffamente tra le tecnologie. Il loro mondo è digitale, ma spesso solo superficialmente.
“Qualche tempo fa proposi alla mia classe di fare una ricerca utilizzando lo smartphone. Uno di loro mi disse che il suo telefonino non era abilitato per quella funzione, eppure poteva navigare su Facebook 24/7. Sono studenti maldestri se nessuno li addestra. Noi professori dobbiamo far capire loro che la rete non è utile solo per taggare gli amici, ma soprattutto per imparare e diffondere conoscenza.”
Con queste modalità di lavoro, a stretto contatto con le nuove tecnologie, lavorano tutti, anche gli studenti più svogliati. Gli alunni si sentono più coinvolti e motivati nell’apprendimento. In questo modo anche l’argomento più ostico, e spesso pure noioso, viene recepito positivamente dai ragazzi.
Insegnanti 2.0 non è l’unica realtà social su questo tema. Ci sono altri esempi interessanti che lavorano nella stessa direzione, come il gruppo Docenti Virtuali, di Jole Caponata e Piera Ferraro. Si contano anche qui più di 8.000 membri, a conferma del fatto che le persone che vogliono cambiare esistono eccome.