Secondo un report pubblicato da Intesa Sanpaolo, il colosso asiatico conferma la propria crescita a tassi più alti del previsto. Discorso inverso per l’Italia
In Cina l’economia ha ripreso a correre. Ancor più di quanto ci si aspettava. Un report pubblicato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha evidenziato l’andamento dell’attività economica, che sembra essere a V. Il tasso di crescita del PIL viaggia al 3,2% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, dopo una diminuzione del 6,8% nel primo quarter. Dati che fotografano una situazione opposta a quella che si prospetta nei prossimi mesi in Italia.
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L’andamento della Cina
A supportare l’importante recupero dell’economia cinese fra giugno e agosto, si legge nel report di Intesa Sanpaolo, sono stati gli investimenti, perlopiù statali, nel settore immobiliare e nelle infrastrutture. Tuttavia, è rimasto al contempo basso il tasso di crescita della spesa pubblica. Non si è vista neanche una ripresa dei consumi privati, che, seppur in crescita rispetto al primo trimestre, sono comunque rimasti deboli rispetto alla situazione pre-pandemia. Dal lato dell’offerta, la ripresa è stata guidata dall’industria e dalle costruzioni, mentre il settore dei servizi presenta un andamento più contenuto e disomogeneo. Anche i tassi sul mercato monetario, dopo i minimi toccati a maggio stanno tornando ai livelli di febbraio.
Le vendite al dettaglio si stanno rialzando lentamente, sostenute dalle vendite di auto, dispositivi elettrici e cosmetici. Altro elemento importante è stato il moderato miglioramento del mercato del lavoro rispetto ai minimi toccati nella scorsa primavera. Va meglio nella produzione industriale, accelerata in linea con l’aumento degli ordini, così come gli investimenti nell’immobiliare e nelle infrastrutture sono supportati dall’accelerazione del credito e dall’aumento della spesa dei governi locali.
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Rimane negativa, segnala il report, la dinamica delle importazioni, influenzata in parte dall’andamento dei prezzi delle materie prime. Accelerano invece le esportazioni, sostenute dalla domanda di prodotti legati alla pandemia – dai prodotti farmaceutici e medicali ai dispositivi di protezione individuale, fino agli strumenti high-tech. L’allentamento delle misure di contenimento negli altri Paesi, insieme a un anticipo degli ordini dagli Stati Uniti, hanno altrettanto favorito un aumento dell’export.
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Le previsioni per i prossimi mesi
Gli investimenti dello Stato cinese nel settore immobiliare potrebbero affievolirsi nei prossimi mesi, a causa dell’effetto della recente regolamentazione che limita il finanziamento delle imprese immobiliari sul mercato obbligazionario, al fine di contenerne il livello di indebitamento. Bisognerà quindi calcolare quanto gli investimenti privati riusciranno a compensare lo smorzarsi di quelli pubblici.
Durante l’estate, le Autorità di Pechino hanno fatto presente che la politica fiscale rimarrà “proattiva” anche nella seconda parte dell’anno. La politica monetaria resterà sì accomodante, ma sarà più mirata e meno espansiva di quanto ci si aspettava le scorse settimane. Secondo gli economisti del Centro Studi di Intesa Sanpaolo, la People’s Bank of China lascerà invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento da qui a fine anno.
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Ci si aspetta comunque un rallentamento nei ritmi della ripresa economica in Cina fino a fine 2020, a causa della debolezza del mercato del lavoro e delle misure di contenimento della pandemia che continueranno a limitare il recupero dei servizi e dei consumi privati. Oltre che per un previsto rallentamento nei finanziamenti nei settori immobiliare e delle infrastrutture. Ciononostante, la crescita maggiore del previsto nel secondo semestre porta il Centro Studi del gruppo bancario italiano e rivedere a rialzo le stime di crescita del PIL del Dragone, da +1% a +2,1% nel 2020. Invariata invece la previsione di riaccelerazione a 7,6% nel 2021.
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Cina, meglio anche sul fronte contagi
Di pari passo con la ripresa economica, arrivano le buone notizie riguardo la pandemia in Cina. Le autorità sanitarie hanno fatto sapere che nessun nuovo contagio è stato riportato a livello “locale” nella Cina continentale, nella giornata di ieri. La Commissione Sanitaria Nazionale Cinese ha inoltre registrato altri 20 casi importati dall’estero e 27 nuovi asintomatici, tutti provenienti da altri Paesi. Dati che, sommati a quelli segnalati da inizio epidemia, arrivano a un totale di circa 85mila casi nella Cina continentale, con quasi 3mila casi provenienti dall’estero.
Situazione opposta in Italia
Va peggio nel nostro Paese. Le previsioni economiche stimano una forte recessione fino a fine anno, mentre peggiorano, così come in tutta Europa, i numeri della pandemia, alle prese con l’inizio della preannunciata seconda ondata. Intervenuto all’evento “Disegniamo il futuro”, organizzato dall’Unione Industriali di Varese, Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria ha rilasciato qualche anticipazione riguardo i dati economici che verranno presentati il prossimo fine settimana. “Presenteremo sabato gli scenari economici del nostro Paese. Temiamo purtroppo una perdita del Pil a doppia cifra“, ha dichiarato.
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Nel frattempo, i dati del bollettino della Protezione Civile di ieri, 5 ottobre, segnano altri 2.257 nuovi casi, a fronte di soli 60.241 tamponi effettuati. Oltre a un netto aumento anche dei ricoveri ordinari (+200 rispetto a ieri) e di sei nuovi ingressi in terapia intensiva.