Giuseppe Ugolotti è l’ingegnere di 70 anni che nel 1996 ha fondato Nice. La scorsa settimana la sua azienda è stata comprata da Jeff Bezos. Ai giovani italiani dice: «Lasciate l’Italia, ma solo per tornare da protagonisti»
Amazon fa compre in Italia e acquista un’azienda di Asti, specializzata in soluzioni cloud. Nice, questo il suo nome, non è una startup. Fondata nel 1996 da Giuseppe Ugolotti, ingegnere informatico 70enne, ha una lista clienti da far invidia ai giganti del tech: Airbus, Audi, Bridgestone, Ferrari, Fiat, fino a Red Bull, usano i suoi software per il cloud computing e per collaborare su progetti in 3D da remoto.
Come da classico, tutto è nato in un garage (davvero)
Nel 1996 quando il termine startup non era conosciuto, Giuseppe Ugolotti, dava una svolta alla sua carriera nel garage di casa. Ex manager in aziende come Helwett Packard e Apollo Computer, lascia tutto e si ritira in campagna: «Volevo occuparmi di qualcosa che non fosse informatica, ma la passione è stata più forte di tutto. C’era in me il desiderio di dimostrare che anche in Italia si potesse creare un ecosistema di innovazione come quello americano. Allora mi sono dato da fare, insieme a un gruppo di ingegneri abbiamo realizzato i primi software per il calcolo distribuito. Poi siamo passati ai grid portal, l’architettura prima del cloud di cui siamo stati i pionieri» racconta Giuseppe Ugolotti a StartupItalia!.
L’exit di Amazon Web Services
Sono due i prodotti che hanno stregato Amazon: EngineFrame, per soluzioni personalizzate di cloud. E Desktop Cloud Visualization, per lavorare su progetti in 3D da remoto, senza investimenti in workstation (computer che necessitano grandi potenze di calcolo, ndr). Come conferma Jeff Barr, capo di AWS, Amazon Web Services, il primo a divulgare la notizia dell’exit: «L’azienda Brand e il team lavoreranno ancora sui loro prodotti in modo indipendente. In futuro, Nice e Aws collaboreranno per creare strumenti e servizi migliori per gli utenti» scrive Barr sul blog di Amazon, confessando di non sapere quali progetti saranno realizzati nei dettagli. Anche Ugolotti non sa dirci molto di più di quello già divulgato sul comunicato, dove sono secretate le notizie sulla cifra ufficiale dell’acquisizione: «Amazon è arrivato dopo un nostro lungo lavoro, fatto di riconoscimenti e importanti clienti acquisiti. Loro conoscono i nostri prodotti, li abbiamo incontrati in diverse manifestazioni ed eventi. Nulla cambierà per noi, il managament resterà lo stesso e l’azienda continuerà a chiamarsi Nice» spiega Ugolotti.
Perché Amazon si è comprata Nice
Quella di Nice è una delle poche exit di Amazon, in rapporto ai suoi competitor. Amazon ha speso nello scorso anno “soli” 690 milioni di dollari per tutte le sue acquisizioni, una cifra che altri big impiegano per una sola operazione. Un dato che ci aiuta a capire come l’acquisto di Nice sia stato frutto di accurate analisi. Tracciamo qualche dato e uno scenario per capirne il motivo.
- Amazon Web Services è sempre di più una fonte di guadagno per Amazon. Solo nel 2015 ha generato 1, 9 miliardi di dollari, con un margine del 24%. Molto di più del 4% di margine che ha ottenuto nel Nord America dal suo business classico quello sull’e-commerce.
- La guerra del cloud è sempre più agguerrita. Un mercato che vede Amazon competere con altri giganti come Microsoft Azure e Google Cloud Platform.
- Il pacchetto clienti di Nice farebbe gola a chiunque (Airbus, Alcatel, Audi, Bridgestone, Ericcson, Ferrari, Fiat, Harvard, Honda, McLaren, Motorola, Suzuki, Toyota, Yale…). L’azienda ha chiuso il 2015 con un fatturato di 4 milioni di euro.
- Una settimana fa Amazon ha lanciato Lumberyard, uno strumento per sviluppare giochi in 3D attraverso i servizi cloud di AWS. L’esperienza di Nice nel settore potrebbe essere decisiva, come fa notare GeekWire.
«Non andate via dall’Italia»
È questo il messaggio che Giuseppe Ugolotti vuole lasciare ai giovani startupper come lo è stato lui nel 1996: «Imparate tanto nella vostra vita, non inseguite il posto fisso. Andate all’estero per fare esperienza, ma poi tornate a investire in Italia. Inseguite i vostri sogni. Tutto è possibile, anche che una piccola azienda di Asti abbia clienti autorevoli in tutto il mondo. Puntate sulla bontà del prodotto. E poi sul team, pazienza, buon senso e coraggio per costruire una grande azienda. Internet vi offre delle possibilità straordinarie. Sfruttatele».
Giancarlo Donadio