La Banca Centrale Europea ha dato il via libera al patron di Luxottica. È la prima volta che l’istituto fondato da Cuccia vede un singolo azionista salire oltre il 10%
È un grande vecchio come Leonardo Del Vecchio a sconquassare la pace, che durava ormai troppi anni, del salotto buono milanese, quello delle grandi banche in mano a poche, potenti, famiglie. E lo ha potuto fare solo dopo il via libera della Banca centrale europea (BCE) che gli ha spalancato le porte alla possibilità di acquisire fino al 20% circa di MedioBanca. Il verdetto della Vigilanza Bce è arrivato giovedì 26 alla scadenza, a mezzogiorno, del termine dei 60 giorni lavorativi dalla richiesta (che era stata presentata da Del Vecchio il 29 maggio scorso), secondo la formula del silenzio-assenso. Ma è stato reso noto soltanto poche ore fa.
Cosa succede ora a MedioBanca
L’euforia in Borsa in questo caldo pomeriggio di fine agosto sottolinea che il ritorno in mani italiane di Mediobanca agli investitori piace: su del 3,54% a 7,5 euro, con una capitalizzazione arrivata a 6,5 miliardi di euro. Anche se ufficialmente a muoversi sarà la holding lussemburghese Delfin, che in serata ha confermato di aver «ricevuto in data odierna l’autorizzazione della Banca Centrale Europea ad accrescere la propria partecipazione in MedioBanca Spa oltre la soglia del 10% e fino a un massimo del 19.99% del capitale».
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Delfin si prepara così ad avanzare vistosamente nell’azionariato di Mediobanca, rafforzando il ruolo di primo socio che Del Vecchio aveva già conquistato, con una mossa a sorpresa, sul finire del 2019, balzando rapidamente, in due tappe, al 9,9% con un investimento di 580 milioni. Potrebbe essere la prima volta per MedioBanca che un singolo azionista, per di più di natura industriale, sale sopra la quota psicologica del 10%. Del resto, chi ricorda il fondatore, lo schivo e risoluto Enrico Cuccia, ricorderà anche bene che vantava con fierezza l’indipendenza del proprio istituto.
E ora Del Vecchio mette nel mirino Generali?
E adesso che succede? Secondo alcuni, la scalata dell’85enne patron di Luxottica, tra gli uomini più ricchi del mondo, capace di vantare un patrimonio personale di circa 20 miliardi di euro, non finisce qui e farà nuovamente tremare il piccolo salottino della finanza italiana. Nel mirino ci sarebbero infatti Generali, di cui Del Vecchio è già importante azionista con il 5% circa.