Secondo un rapporto del Government Accountability Office, agenzia investigativa del Congresso, più di un milione di assegni sono stati intestati a contribuenti passati a miglior vita
Chi avversa il presidente statunitense sostiene che se l’attuale inquilino della Casa Bianca avesse speso meno in bonus per affrontare la pandemia e poco di più in prevenzione, ora gli Stati Uniti non sarebbero alle prese con una situazione che è ancora del tutto fuori controllo. Ma del resto il caso ha voluto che il Coronavirus arrivasse proprio in piena campagna elettorale e, anche per questo, Donald Trump non ha voluto lesinare sugli assegni destinati agli americani per affrontare la crisi. Un assistenzialismo mai visto prima negli States, messo in piedi nel giro di poche settimane, perché “the Donald” aveva imposto alla ragioneria dello stato di lavorare notte e giorno pur di assicurare il bonus nel più breve tempo possibile. Ma ora iniziano a intravedersi i primi errori di un procedimento tanto frettoloso. E potrebbero costituire persino un clamoroso boomerang elettorale.
Nel database inclusi i contribuenti deceduti
Dopo il caso dell’assegno spedito a milioni di famiglie americane che riporta la firma del presidente Donald Trump, definito dalle opposizioni “vergognoso volantino elettorale”, arriva ora il problema di un possibile spreco di risorse che raggiunge la vertiginosa cifra del miliardo e mezzo di dollari.
Secondo un rapporto del Government Accountability Office, agenzia investigativa del Congresso, più di un milione di assegni, per un totale di 1,4 miliardi di dollari in aiuti federali a contrasto della pandemia di Coronavirus, sono stati infatti spediti a cittadini statunitensi deceduti. La misura, che inizialmente era stata “gonfiata” dallo stesso Trump con fare propagandistico, ammonta globalmente a circa 3.000 miliardi di dollari: diversi senatori, però, hanno iniziato a fare i conti insospettiti dal fatto che fosse troppo elevata in rapporto alle famiglie beneficiarie e hanno chiesto una commissione sugli aiuti varati dalla Casa Bianca tra marzo e aprile.
Cos’è successo? Il dipartimento del Tesoro e l’IRS (l’Agenzia delle entrate), pur di assecondare la volontà di Trump (che ogni giorno scandiva che l’erogazione del denaro sarebbe dovuta avvenire “nel modo più veloce possibile”), non hanno escluso, nei filtri del database federale, i dati dei contribuenti americani già passati a miglior vita.
E così una parte importante della misura è stata sprecata: assegni finiti in polverose cassette delle lettere che non vengono più aperte da mesi o incassati dagli eredi. E ora? Si prova a bloccare il pagamento e a recuperare le somme indebitamente incassate. L’IRS ha scritto sul proprio sito che i familiari delle persone decedute dovranno restituire gli assegni ricevuti, ma, dato che sta ancora tentando di comprendere l’entità del problema, non ha al momento fornito delle informazioni sulle modalità. Con l’occasione è stato inoltre annunciato che dovranno essere restituiti anche gli assegni intestati a persone incarcerate.