Anche dall’Europarlamento arriva la bocciatura al taglio dell’IVA: «L’Italia può permetterselo? Stiamo indebitando le generazioni future e dobbiamo restituire loro un futuro più green, una scuola più moderna, la sanità a portata di mano. Solo così i debiti diverranno un’opportunità e non un fardello»
Dopo il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, anche il numero 1 dell’Europarlamento, David Sassoli, interviene nel dibattito politico italiano che si è levato attorno alla possibilità di tagliare l’IVA e l’IRPEF, per ricordare che i soldi comunitari del Next Generation Eu non potranno essere utilizzati per abbassare le imposte. Non sarebbe un bel segnale nei confronti dei Paesi membri che quei soldi ce li concedono proprio pagando le tasse e tanto meno non darebbero una vera mano al Paese, non costituendo una riforma strutturale ma solo una boccata d’ossigeno temporaneo, pure dal forte sapore elettorale (il 20 e 21 settembre si terranno le Regionali).
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Cosa ha detto Sassoli
«Sarebbe assurdo avere tante risorse e non essere capaci di usarle», ha detto David Sassoli intervistato quest’oggi dal Messaggero. «Per questo», ha spiegato il presidente del Parlamento Europeo, «c’è bisogno subito di progetti per non lasciare i soldi indietro, far collaborare le Regioni e identificare le infrastrutture utili per il Paese». Quindi l’avvertimento: «Deve essere chiaro che senza una convinta svolta sul Green deal e sulla digitalizzazione, i fondi europei potrebbero non arrivare». Questo il monito di Sassoli e, probabilmente, dell’Europarlamento, tra le istituzioni più attive nel tentativo di fare arrivare i soldi comunitari al nostro Paese e nell’evitare che il Next Generation Eu fosse ridimensionato dalle pretese dei Frugal Four.
Quanto al possibile taglio dell’IVA ventilato dalla viceministra all’Economia Laura Castelli prima e dallo stesso Giuseppe Conte poi (ma, a seguito delle resistenze del PD, stante il costo della misura, sembra già archiviato), Sassoli commenta: «La Germania lo ha fatto. L’Italia può permetterselo?», ribadendo che servono «investimenti per le future generazioni». «Noi le stiamo indebitando», fa notare il numero 1 dell’Europarlamento, «e dobbiamo restituire loro un futuro più green, una scuola più moderna, la sanità a portata di mano, più lavoro per giovani e donne, l’accesso alla rete per tutti. Solo così i debiti diverranno un’opportunità e non un fardello».