Nelle ultime 24 ore le autorità cinesi hanno accertato 31 nuovi infetti che portano il totale di contagiati nel focolaio a 137
Accusata di aver sottostimato i rischi pandemici ai primi focolai, forse persino di avere provato a nasconderli al resto del mondo, la Cina ora prova a riabilitare la propria immagine agli occhi della comunità internazionale dimostrando che è pronta a sacrificare il pezzo più importante della propria scacchiera in nome della sicurezza sanitaria. Da alcune ore, infatti, Pechino è totalmente isolata. Sono bastati poco più di 130 casi per blindare interi quartieri, chiudere gli aeroporti e interrompere i collegamenti con le altre regioni, cristallizzando l’economia della città più importante del Paese.
Cosa sta succedendo a Pechino
Nelle ultime 24 ore le autorità cinesi hanno accertato 31 nuovi infetti che portano il totale di contagiati nel focolaio di Pechino a 137. Al momento non c’è alcuna emergenza sanitaria in atto, non si registrano corse agli ospedali né nuovi ricoveri in terapia intensiva, ma il governo ha deciso che non può restare a guardare.
Anche perché Pechino, con i suoi 22 milioni circa di abitanti rischierebbe di rappresentare terreno fertile per il Covid-19. Gli ultimi focolai sono stati scoperti in un mercato all’ingrosso nel nordovest della capitale, nel distretto di Haidian, il secondo a essere sigillato dopo che la scorsa settimana era già stato chiuso il gigantesco mercato di prodotti freschi di Xinfadi nel sud della metropoli cinese, nel distretto di Fengtai. La risposta sanitaria del governo cinese è stata innovativa per la tempestività, quella burocratica molto meno: già saltati infatti i direttori generali di entrambi i mercati, accusati di omesso controllo e di mancato rispetto delle misure di sicurezza anti contagio.
Tamponi porta a porta
Il dispiegamento di forze fa impallidire: il regime cinese ha schierato oltre 100mila controllori che bussano a ogni abitazione. Ufficialmente si limitano a invitare i cittadini a fare i test, nella realtà è facile che non venga data possibilità di scelta o che chi si rifiuti rimanga registrato come nemico della repubblica cinese. C’è però un problema: i controllori si muovono sulla base dei registri della anagrafe cinese, che fa acqua da tutte le parti. All’annoso problema delle bambine mai denunciate negli anni si è aggiunto quello dell’urbanizzazione selvaggia e incontrollata da parte degli abitanti delle campagne. Molti vivono in situazione di totale anonimato: in un monolocale assegnato a un’unica persona, spesso, si rifugiano anche 10 contadini. Fantasmi per lo Stato.
Solo oggi il governo ha deciso di annullare oltre 1500 voli, più della metà del totale, che viaggia già a scartamento ridotto. Limitati anche gli spostamenti in treno e in bus. Per lasciare Pechino occorre esibire un patentino di negatività al Covid. Intanto, ieri il governo cinese ha concluso il più ampio programma di screening sanitario della storia: oltre 11 milioni di tamponi fatti agli altrettanti abitanti di Wuhan, l’epicentro della pandemia mondiale. In base ai risultati è già stata dichiarata, forse troppo frettolosamente e con troppa enfasi (necessaria a ridimensionare quanto avviene nella capitale nelle stesse ore) libera dalla malattia.