E sull’uso dei fondi comunitari, il Commissario ribadisce il “no” per tagliare le tasse o spese minori, suggerendo di investirli in “transizione ambientale, innovazione tecnologica e digitale e per risolvere problemi antichi”
Dopo l’appello accorato inviato ieri al Governo di Giuseppe Conte da parte di Abi, Alleanza delle cooperative italiane, Ance, Cia-Agricoltori italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Copagri, anche la Commissione europea si muove, seppur informalmente, per suggerire all’Italia l’uso del MES. E lo fa tramite Paolo Gentiloni, il commissario italiano (nonché massimo artefice del Recovery Fund di Ursula von der Leyen) che dunque non avrebbe alcun interesse a “fregarci”, come pure molti politici a Roma ipotizzano continuando a diffidare del Fondo salva Stati. “Condizionalità eliminate. Ora abbiamo tante occasioni da cogliere”, rassicura Gentiloni, stringendo nell’angolo la parte pentastellata dell’esecutivo, già duramente contestata dal numero 1 di Confindustria, Paolo Bonomi, per le sue resistenze al ricorso del MES.
Gentiloni: “Niente più condizionalità”
“La Commissione ha lavorato molto per togliere a questi strumenti le condizionalità che c’erano. Abbiamo dovuto modificare molte regole attuative”, ha ribadito per l’ennesima volta il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni. “Un Paese come la Francia – ha argomentato – ha una condizione riguardo i tassi di interesse non identica a quelli dell’Italia. Vedremo se il governo spagnolo o quello greco lo utilizzeranno. Non ho notizie che non lo faranno”.
“Un Paese come la Germania – ha continuato Gentiloni -, se ha bisogno di farsi prestare i soldi per la spesa sanitaria li trova sui mercati con tassi di interesse addirittura migliori rispetto a quelli del MES che sono vicini a zero. Per l’Italia invece fa una certa differenza. Per dire che l’Italia stia sprecando questa occasione è un po’ presto. Qui ci sono prestiti vantaggiosi per un Paese come il nostro, un primo pacchetto da 500 miliardi attivabile nelle prossime settimane. Un secondo pacchetto da 750 miliardi che ha bisogno del via libera dei governi e della ratifica dei parlamenti. Dal primo gennaio dell’anno prossimo. Quindi c’è molto tempo per lavorarci. Questa occasione dovrebbe essere colta per affrontare alcune sfide come la transizione tecnologica e ambientale”.
Sul Recovery Fund
Gentiloni ha poi parlato del Recovery Fund in via di attuazione (cruciale sarà il primo appuntamento di metà mese): “Al momento il Recovery Fund è un passo avanti verso un un’obiettivo più limitato, ovvero attualmente abbiamo un edificio che ha una moneta unica, ma quanto alle politiche di bilancio ci sono solo meccanismi di sorveglianza. Ora invece ci sono delle risorse economiche a fondo perduto. Stiamo facendo un passo rilevante, ma più limitato rispetto a quello che va verso una federazione. Ci sono alcuni settori strategici da sostenere, imprese che possono crescere come il settore digitale che l’Europa deve incentivare”.
Non sprecare i fondi comunitari
Inoltre, il commissario all’Economia è tornato sulla necessità di evitare di usare i soldi comunitari per il taglio delle tasse o per i finanziamenti a pioggia: “L’occasione per la ripresa economica con gli strumenti europei dovrebbe essere usata per affrontare obiettivi di una certa importanza: transizione ambientale, innovazione tecnologica e digitale e per risolvere problemi antichi. Dobbiamo evitare che le risorse che arriveranno finiscano in mille rivoli, siano sparpagliate o siano destinate a misure che non abbiano il profilo di investimento, di priorità. Occorre fare una cosa indirizzata al futuro. ne abbiamo un gran bisogno. la Commissione europea lascia ai paesi la responsabilità di fare le proposte, ma poi vorrà verificare che gli obiettivi indicati e i tempi dichiarati siano rispettati”.