L’Organizzazione mondiale della Sanità accoglie la richiesta europea di affidare a un ente indipendente il compito di indagare sulle origini del Coronavirus. Ma a emergenza passata
OMS mai così fragile e spaccata. E il risultato è una soluzione di compromesso per accontentare le due principali parti in causa, gli Stati Uniti e la Cina, che rischia al contempo di scontentare tutti gli altri. Passa infatti la mozione sostenuta dall’Unione europea e firmata da oltre 100 Paesi (tra cui appunto gli USA) di una inchiesta sulle origini del Covid-19. Ma passa anche l’istanza cinese di rinviare tutto a fine emergenza e, dunque, a data da destinarsi. Sembra una misura dettata dal buon senso ma c’è anche il rischio che più tempo passi più sia difficile accertare quanto avvenuto in Cina: se si sono verificati intoppi, ritardi nelle comunicazioni o, peggio ancora, tentativi di insabbiare la verità sulla pandemia e sulle sue origini da parte delle autorità di Pechino.
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Cina, nuovo lockdown
E se sembra ormai pacifico che, almeno in un primo tempo, la Cina ha provato a nascondere al resto del mondo la pandemia, ora pare invece quasi farsene scudo, per rinviare sine die l’inizio delle indagini approvate dall’OMS. Oggi ha infatti dato massimo risalto al ferreo lockdown imposto a Shulan, cittadina da 700mila anime al confine con la Russia, ennesimo focolaio di Covid-19.
La richiesta europea di una indagine indipendente era già in realtà un tentativo di mediare, placando l’ira degli Stati Uniti che, in un primo tempo, avevano annunciato che avrebbero smesso di sovvenzionare l’Organizzazione mondiale della Sanità (sono il primo contributore) e, successivamente, proclamato che avrebbero dato i medesimi soldi versati dalla Cina. Del resto Donald Trump ha bisogno di trovare un capro espiatorio: le presidenziali incombono e la sua gestione dell’emergenza sanitaria è disastrosa.
Ue: “L’indagine servirà a essere più preparati in futuro”
“Accogliamo con favore l’adozione da parte dell’assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità della risoluzione proposta dall’Unione europea e da altri Stati membri sull’importanza di una risposta collettiva alla pandemia di coronavirus”, cosa che dimostra “la determinazione a sconfiggere il virus con un’azione collettiva e globale”. Lo hanno scritto in una nota congiunta l’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, e la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides.
Commissione UE divisa: c’è chi loda l’OMS…
Nel medesimo comunicato si sottolinea che “il virus non ha frontiere e non dovrebbe averne neppure la nostra risposta”. Secondo Borrell e Kyriakides, che hanno a sorpresa applaudito l’OMS per “il ruolo di guida nella risposta data alla pandemia” di coronavirus, “rafforzare il multilateralismo è ora più importante che mai e la risoluzione sottolinea l’importanza di dare una risposta solidale e multilaterale sotto l’ombrello delle Nazioni unite”.
Ursula von der Leyen