Shinzo Abe dovrebbe prendere misure più restrittive domani. Ma non sarà lock down totale. E le telecamere continuano a mostrare tanta gente in strada
Sembra destinato a cedere l’ultimo bastione dietro cui l’umanità continua a vivere normalmente a dispetto del virus: il Giappone. La singolare situazione nell’arcipelago ha destato la curiosità dei media stranieri e, parallelamente, la preoccupazione dell’opinione pubblica nipponica.
L’attendismo del premier, Shinzo Abe, restio a proclamare il lock down nonostante l’alta concentrazione demografica e, in particolar modo, l’età media assai avanzata della popolazione (il Sol Levante è il Paese più anziano del mondo, seguito dall’Italia), è stato oggetto di critiche sempre più aspre da parte della classe politica e del mondo scientifico. Ma la situazione potrebbe cambiare nelle prossime ore, visto che Tokyo ha registrato un nuovo picco di contagi.
L’incrocio di Shibuya, a Tokyo, questa mattina. Come si vede è ancora molto affollato
Quella decisione che Abe fatica a prendere…
Secondo quanto riporta il Japan Times, Shinzo Abe avrebbe riunito il proprio gabinetto di guerra, composto prevalentemente da medici virologi, per definire il piano e nella giornata di domani dovrebbe parlare alla nazione. Lo stato di emergenza dovrebbe quindi diventare operativo da mercoledì e riguardare, sostiene la testata citando fonti governative, non l’intero Giappone ma le città di Tokyo (focolaio principale), Osaka e la prefettura di Hyogo.
Tutto rinviato di altre 48 ore
Insomma, il primo ministro ha posticipato il lock down di altre 48 ore, decisione che non è piaciuta né all’opposizione né a una parte sempre crescente dell’opinione pubblica che ritiene inadatto il premier nella gestione dell’emergenza e lo accusa di anteporre gli interessi economici del Giappone (che dall’inizio dell’anno è entrato in recessione tecnica) alla salute dell’opinione pubblica.
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La paura dei giapponesi
I giapponesi seguono con attenzione e apprensione ciò che sta accadendo all’estero e, in particolare, qui in Italia. E sono parecchio spaventati. Ne è una prova il fatto che la maggior parte abbia deciso autonomamente di isolarsi, seguendo i consigli che la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, continua a diramare alla popolazione, caldamente invitata a evitare tutte le uscite non necessarie. Ma, come dimostrano le webcam che abbiamo allegato a questo articolo, per esempio quella su Shibuya, nel cuore di Tokyo, la gente continua a riversarsi in strada senza misure maggiormente restrittive.
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Le pressioni su Abe si sono intensificate dopo che, nella giornata di ieri, il numero di contagi a Tokyo è progredito ulteriormente sconfessando il modello matematico. Nella capitale domenica si sono infatti registrate 143 nuove infezioni da Coronavirus, segnando il più alto tasso di aumento giornaliero della città e portando il numero totale di casi nella capitale a 1.033. Il governo giapponese aveva previsto un aumento di 130 casi.
Cosa comporta lo stato di emergenza
Secondo quanto prevede la legge messa a punto a marzo dall’esecutivo a seguito dei lock down europei causati dal Coronavirus, il Primo ministro può dichiarare lo stato di emergenza se la malattia rappresenta un “grave pericolo” per la vita e se la sua rapida diffusione minaccia un impatto significativo sull’economia.
Per il Giappone non sarà lock down
A seguito dell’emanazione, i governatori delle regioni colpite otterrebbero l’autorità legale di chiedere alle persone di restare a casa e di chiudere le attività economiche, ma non avrebbero comunque il potere di imporre blocchi totali sulla falsariga di quelli occidentali. Nella maggior parte dei casi, non sono state previste sanzioni per chi ignora tali ordinanze, che non possono essere classificate come imposizioni ma semplici richieste.