Si è concluso uno dei summit più difficili e tesi tra i leader del Vecchio continente, mai così vicino alla rottura. Dopo più di sei ore, passa la linea italiana di non includere il Mes nelle conclusioni dei lavori. Altre due settimane per decidere sui Covid bond
Un vertice surreale ed eccezionale, quello tra i 27 capi di Stato e di Governo appena concluso. Non solo per le modalità, la videoconferenza dato che quasi tutti i Paesi europei sono ormai soggetti alla quarantena, con aeroporti sigillati da tempo, ma anche per l’inusuale tensione. Mai prima d’ora, infatti, i Paesi del Nord, guidati dalla Germania, e i Paesi mediterranei (Italia, Spagna, Grecia, con l’inedito supporto della Francia e del Lussemburgo) erano arrivati a uno scontro, durato oltre sei ore, che fonti di Palazzo Chigi fanno capire sia stato particolarmente aspro.
Due settimane per decidere
Dopo le minacce di Roma e Madrid di non firmare il documento finale, si è raggiunto un accordo: tutto rinviato di due settimane durante le quali Commissione europea e Consiglio europeo dovranno trovare soluzioni alla crisi economica da sottoporre, tra 14 giorni, ai 27 Capi di Stato e di Governo, troppo divisi sulle modalità per finanziare la ricostruzione post pandemia.
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Il caso ha infatti voluto che i Paesi che le nazioni del Nord considerano maggiormente lassisti sul fronte economico e, in particolare, del controllo della spesa pubblica, siano anche i più colpiti dal Covid-19 e dunque particolarmente esposti alla crisi economica che verrà. “Prendiamo nota dei progressi fatti dall’Eurogruppo”, si legge nel documento conclusivo sottoscritto dai 27 e lo “invitiamo a presentarci proposte entro due settimane. Queste dovrebbero tenere in considerazione la natura senza precedenti dello shock” del coronavirus e “la nostra risposta deve essere rafforzata, come necessario, con azioni ulteriori in modo inclusivo alla luce degli sviluppi, per finalizzare una risposta esauriente”.
Le istituzioni europee hanno raccolto la sfida
Convincere i 27 sulle misure shock chieste congiuntamente da Giuseppe Conte, Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica francese, Pedro Sánchez, Primo Ministro della Spagna, Sophie Wilmès, Primo Ministro del Belgio, Kyriakos Mitsotakis, Primo Ministro della Grecia Leo Varadkar, capo del governo irlandese, Xavier Bettel, Primo Ministro del Lussemburgo, António Costa, Primo Ministro del Portogallo e Janez Janša, a capo dell’esecutivo sloveno, non sarà facile. Ma le istituzioni europee hanno comunque raccolto la sfida che i capi di Stato e di Governo hanno loro affidato stante la loro incapacità di decidere fin da questa sera. “Siamo pronti a fare tutto quel che serve” per fronteggiare l’impatto economico dell’epidemia, ma “dobbiamo continuare i nostri sforzi con l’Eurogruppo” che “in due settimane presenterà le sue proposte”. Così il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, al termine della riunione con i 27 leader collegati in videoconferenza.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel
Non c’è il MES nel documento
Resta fuori dal documento ogni richiamo al MES, esattamente come aveva preteso l’Italia. Germania, Olanda e Austria, da quanto si apprende, lo avevano indicato come soluzione per risolvere la crisi economica delle nazioni in difficoltà. Ma accedere al fondo significherebbe essere commissariati come accadde ad Atene, soluzione respinta con forza da Conte, che ha sottolineato come la crisi non nascerà a causa dei nostri conti sballati, ma da un evento imprevedibile ed eccezionale: “Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati se li può tenere. L’Italia non ne ha bisogno: abbiamo le carte in regola con la finanza pubblica”.