Si permette ai governi dei singoli Paesi membri di mettere in piedi schemi di aiuti diretti fino a 500mila euro per le aziende colpite dalla crisi economica
La Commissione europea dice sì agli aiuti di Stato. Una decisione a suo modo epocale, vista l’impronta fortemente liberista adottata finora per garantire il gioco della libera concorrenza all’interno del mercato comune. Invece, in una riunione “diradata” in cui sono state rispettate le misure di sicurezza per prevenire la diffusione del Coronavirus, con il commissario all’Economia Paolo Gentiloni collegato da Roma, la Commissione ha deciso di operare uno strappo alle regole.
Sì agli aiuti di Stato
La Commissione Ue, nella formula del “Team di risposta al Coronavirus” (di cui fanno parte, oltre alla presidente Ursula von der Leyen anche: il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis, responsabile della realizzazione di un’economia al servizio delle persone, Paolo Gentiloni responsabile degli aspetti macroeconomici, Thierry Breton responsabile del mercato interno, Stella Kyriakides responsabile di tutti gli aspetti sanitari, Ylva Johansson responsabile delle questioni relative alle frontiere, Janez Lenarčič responsabile della gestione delle crisi e Adina Vălean è responsabile della mobilità) ha infatti dato l’atteso via libera al nuovo quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, che consente ai governi dei singoli Paesi membri di mettere in piedi schemi di aiuti diretti fino a 500mila euro alle aziende colpite dalla crisi economica del Covid-19 e a dare garanzie per prestiti tra privati, evitando pericolose esposizioni. Bruxelles chiarisce però che “gli aiuti sono indirizzati ai clienti delle banche e non alle banche stesse”.
Parigi: “Pronti a nazionalizzare”
Fuga in avanti in mattinata di Parigi che aveva anticipato la decisione della Commissione annunciando di essere pronta persino a nazionalizzare le proprie industrie. A dirlo il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire: “Siamo pronti anche a procedere con le nazionalizzazioni, se necessario”. L’esponente di governo ha poi aggiunto che l’esecutivo userà “tutti gli strumenti”, compresa la nazionalizzazione per “proteggere” le società francesi minacciate dalla crisi economica che seguirà all’epidemia di Coronavirus.
Leggi anche: Coronavirus, Macron blinda la Francia. Sospeso Schengen
“Non esiterò – ha scandito durante un intervento telefonico – a utilizzare tutti i mezzi a mia disposizione per proteggere le grandi aziende francesi”. “Si può passare – ha detto il ministro Le Maire – attraverso la capitalizzazione o un investimento azionario. Posso anche usare il termine nazionalizzazione se necessario”, ha precisato.