Non c’è pace per i mercati, che la scorsa settimana hanno bruciato più di 6mila miliardi. In Italia spread sopra i 180 punti
È iniziata anche per le Borse la seconda settimana dopo che il Coronavirus è letteralmente esploso al di fuori dei confini cinesi, colpendo in particolare il Nord Italia. Nelle passate cinque sedute i mercati di tutto il mondo hanno perso oltre 6mila miliardi di dollari (ben più del Pil nipponico o di quello tedesco). La sfida, quindi, è tentare il rimbalzo. E se i mercati asiatici ci hanno provato chiudendo in rialzo, merito delle parole incoraggianti della Fed e della Banca centrale nipponica, quelli europei continuano a bruciare miliardi.
Cosa succede a Piazza Affari
A Milano, il FTSE MIB ha aperto in progresso dell’1,58%, per poi invertire immediatamente la tendenza, trascinato dal comparto bancario e arrivando a segnare la performance peggiore d’Europa. A metà giornata l’indice riporta perdite del 3,79%. Pioggia di vendite anche sul FTSE Italia All-Share, che continua la giornata a 22.998 punti, in forte calo del 3,80% e sul FTSE Italia Mid Cap (-3,95%), come il FTSE Italia Star (-3,7%). Precipitano i settori viaggi e intrattenimento (-6,53%), bancario (-6,08%) e costruzioni (-5,16%).
Lo spread sopra 180 punti
Lo spread, il differenziale tra i nostri titoli di Stato e gli omologhi garantiti da Berlino, ha ripreso la propria galoppata: alle 13 ha toccato i 183 punti base, dopo un balzo di 16 punti base, mentre il BTp a scadenza 10 anni riporta un rendimento dell’1,17%.
Cosa succede nelle Borse del Vecchio Continente
Se Milano assiste a una gragnuolata di titoli sospesi per eccesso di ribasso, non va meglio nelle altre Borse europee, benché riportino perdite più contenute. Francoforte, registra un calo dell’1,97%, Londra sotto dell’1,28% e le vendite affondano anche Parigi, con un ribasso del 2,02%.
Positive le Borse asiatiche
Qualche raggio di luce arriva invece da Oriente dopo che Haruhiko Kuroda, governatore della Banca centrale del Giappone, ha assicurato che intende fare tutto il possibile «per garantire la stabilità dei mercati finanziari». Meno incoraggianti invece le previsioni dell’Ocse, secondo cui il Pil mondiale quest’anno salirà del 2,4% e non più del 2,9 come precedentemente previsto, proprio a causa dell’emergenza Covid-19.