“Non importa quanti anni hai, da dove vieni, quale è stato il tuo percorso. Quello che conta davvero è essere capaci di costruire qualcosa”
Non ci sono limiti di età né un numero massimo di posti da assegnare. Sysdig, l’azienda di Loris Degioanni tra le più note al mondo nel cloud computing, è alla ricerca di diverse figure professionali italiane, tra cui developer, ingegneri, esperti di cloud services, manager e designer, da assumere nella sua sede milanese.
Perché investire in Italia
“Cerchiamo talenti. E in Italia questi ci sono e si trovano anche con più facilità rispetto ad altri Paesi – racconta a StartupItalia il VP Engineer of Security Products di Sysdig, Omer Azaria – Le Università, qua, sono eccellenti e il modus operandi degli italiani si sposa a pieno con quello delle nostra azienda. Il miglior CV che si possa presentare per essere scelti da Sysdig è composto da un mix di talento e competenze unito alla passione per questo lavoro e alla voglia di crescere. Chiunque ritenga, quindi, di possedere questi requisiti, può candidarsi per le posizioni aperte sulla nostra piattaforma“.
Omer Azaria
Sysdig ha deciso un anno fa di investire nel Belpaese anche grazie all’ultimo round di finanziamenti, di serie E, chiuso a 70 milioni di dollari che vede la partecipazione di investitori del calibro di Insight Partner, Bain Capital e Accel (gente che ha investito in Facebook, Dropbox e Spotify), Glynn Capital e Goldman Sachs.
“L’Italia è un posto attraente in cui investire, in costante crescita, che soffre, però, di una difficoltà di accesso al capitale“, rivela il dottor Azaria.
Milano potrebbe diventare la Silicon Valley italiana se tutti investissero di più in questa nazione dove i talenti, a quanto pare, non mancano. Ne è un esempio lo stesso Loris Degioanni, cuneese che ha conquistato l’America. Per chi è del mestiere, Degioanni non ha, certo, bisogno di presentazioni, ma la sua storia merita, decisamente, di essere raccontata.
Da Cuneo alla Silicon Valley. Il sogno diventato realtà
Ha fondato tre startup di successo e risulta essere l’italiano che ha raccolto più soldi in Silicon Valley. Sysdig, la sua azienda, oggi conta più di 250 impiegati, oltre 300 clienti enterprise e, finora, ha raccolto finanziamenti per 206 milioni di dollari.
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In tanti lo definirebbero uno stacanovista, ma nella vita di Loris non c’è solo il lavoro. 44 anni, ha una moglie e tre figli. Una vita costellata di successi arrivati dopo tanti, tanti sacrifici.
Un’esperienza imprenditoriale dove le paure sono sconfitte dalla forza di volontà, mosse da un labile monito: “Ce la devo fare“.
Loris Degioanni
“Quando ho fondato la mia prima azienda è stato fantastico, sì, ma soprattutto spaventoso. Quando ho messo in piedi la seconda è stata, senza dubbio, un’emozione, ma quanta paura. Stessa sensazione per la terza – rivela, sorridente, Loris – Ma se c’è una lezione che ho imparato e che voglio trasmettervi è che bisogna essere sempre capaci di reinventarsi, di creare qualcosa di nuovo. Lavorando con i software, quotidianamente, si crea e si compone qualcosa, come se si mettessero ogni giorno dei semi che serviranno a far crescere l’albero. I frutti? Si vedono dopo molto tempo, ma quello che non deve mancare mai è la volontà di credere sempre nelle proprie capacità e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte o dalla paura”.
Open source, dove l’intelligenza collettiva fa la differenza
Loris ha, da sempre, lavorato nel campo del cloud computing. Sin dai tempi della sua vita da studente al Politecnico di Torino, quando studiava analizzatori di open source e software che fossero in grado di osservare il traffico che passava nella rete.
“Per la mia tesi di laurea creai WinPcap, un software per la sicurezza della rete dei computer, e lo resi disponibile dal sito dell’Università in open source. Nei sei mesi che precedevano la mia discussione, venne scaricato 80.ooo volte – racconta Loris – Fu un successo inaspettato e, tra i tanti utenti che avevamo registrato in quei giorni, c’era anche John Bruno, professore della University of California Davis, che mi invitò a proseguire la ricerca negli USA per lavorare ad un software che analizzasse il traffico sulle reti aeree“.
Nel 1999 nasce Wireshark, un software per analisi di protocollo utilizzato per la soluzione di problemi di rete, per l’analisi e lo sviluppo di protocolli o di software di comunicazione, e per la didattica. Ed è un successo che permette all’azienda di fatturare milioni di dollari, assumere personale e ricevere interessanti proposte di acquisizione.
“Avevamo dato risalto a certe cose di cui in Italia non si parlava neanche e, da quel momento, i nostri clienti crebbero a grande velocità. Ma, come ogni grande idea, la tecnologia si evolve e arriva un momento in cui quel tool non è più richiesto“, racconta Loris.
E’ in quel momento che la capacità ci creare qualcosa di nuovo, di ripensare e reinventare quello che si è costruito entra in gioco. “I cambiamenti tecnologici servono a creare nuove opportunità, ad applicare in un mondo nuovo quello che, fino ad allora, abbiamo imparato“, dice l’imprenditore.
In seguito a questa evoluzione, Loris decide di dare vita ad un’azienda più grande, ma ha bisogno di capitale. “Sapete chi fu il primo ad investire nella mia idea? Proprio colui da cui avevo tratto spunto per sviluppare WinPCap, di cui leggevo articoli e libri giorno e notte, che investì 200.000 dollari nel progetto“, racconta.
Nasce un nuovo software rivoluzionario, una versione extended che, grazie al fatto di essere in open source, gode della partecipazione di molti che riescono a renderlo sempre più complesso, facendolo diventare una vera e propria macchina virtuale. “L’open source dà la possibilità a ciò che si è creato di essere migliorato ed esteso da parte di altri“, afferma l’imprenditore.
L’ultima invenzione è Falco, uno dei pochi tool di sicurezza open source integrati con Kubernetes che rileva comportamenti imprevisti delle applicazioni e avvisa delle minacce in fase di esecuzione.
Una grande intelligenza collettiva è quella che sta alla base dell’idea di impresa di Loris. Un clima collaborativo quello che si respira all’interno del suo team. “Avere l’opportunità di lavorare con persone di talento è, per me, al tempo stesso, un onore e una grande responsabilità – conclude – Non importa quanti anni hai, da dove vieni, quale è stato il tuo percorso. Quello che conta davvero è essere capaci di costruire qualcosa“.