In collaborazione con |
Intervista al country manager italiano, uno degli speaker di StartupItalia Open Summit. Si parla di cloud e 5G, di Internet delle cose, di sicurezza e AI: ma sempre con l’obiettivo di metterli al servizio delle persone. Anche di questo parleremo il 16 dicembre alla Università Bocconi
C’è un nuovo modo di lavorare, di vivere, che si è imposto in questi anni: quello del perennemente connessi, legato alla progressiva diffusione di smartphone e laptop sempre più leggeri, potenti, veloci così come delle connessioni 4G che si sono fatte progressivamente più stabili e onnipresenti. Di pari passo si è imposto il paradigma della nuvola: a lungo profetizzato, oggi si concretizza in servizi che dal cloud fluiscono verso i terminali impugnati dalle persone, fornendo loro informazioni sempre aggiornate e strumenti che fino a pochi anni fa erano materia di racconti di fantascienza. Intelligenza artificiale, comandi vocali, tecnologia “autonoma” che si gestisce da sola: siamo all’alba di una rivoluzione?
Ne è convinto Fabio Spoletini, country manager di Oracle Italia e senior vicepresident dell’area geografica di cui fa parte anche il nostro Paese, che anzi preconizza un’ulteriore evoluzione per questo nostro vivere connessi: “Siamo agli inizi di una rivoluzione digitale ancora più importante” ha detto a StartupItalia nel corso di una chiacchierata svoltasi qui a Milano, a pochi giorni dall’inizio del prossimo StartupItalia Open Summit. Un SIOS19 in cui Oracle sarà presente in tre diversi appuntamenti: uno sul palco con lo stesso Spoletini, e in due diversi workshop dedicati a intelligenza artificiale e data science rispettivamente con Massimo Savazzi (Oracle sales development director & experience strategist) e Corrado De Bari (Oracle machine learning Italy domain champion).
L’era del 5G
L’arrivo del 5G, dice Spoletini, darà la stura a un’altra rivoluzione fatta di dispositivi connessi di ogni tipo che amplieranno ulteriormente il perimetro di ciò che contribuisce a fornire dati preziosi da analizzare, da archiviare, da sfruttare per creare un ulteriore valore aggiunto legato all’impiego della tecnologia stessa. E a questi dati bisogna dare un senso: ecco che interviene l’intelligenza artificiale ad aiutarci a mettere ordine, a governare queste enormi banche dati che nel 2025 potranno raggiungere i 175 zetabyte a livello planetario.
La sfida non è tanto nell’archiviare o analizzare questi dati: “Soprattutto – dice Spoletini – il vero tema è comprendere i dati e reagire in real time”. Ovvero, individuare gli strumenti giusti per trarre valore e informazioni in tempo reale e sfruttare la tecnologia per misurare i trend e proporre delle alternative: strumenti, software si intende, che offrano la possibilità agli utenti di alleggerirsi dai compiti ripetitivi tipici della vecchia informatica, che consentano di dedicarsi ad attività superiori.
L’espressione più calzante è forse “governare” i dati: orientarsi in questo oceano di informazioni, individuare le informazioni più importanti nel contesto in cui ci muoviamo senza dover scorrere milioni e milioni di dati, contare sull’aiuto della tecnologia che però rimane sullo sfondo senza interferire con il nostro lavoro. “Credo sia un cammino predefinito, sarà parte quotidiana della nostra vita: poter essere supportati dalla tecnologia che ci aiuta a capire, a fare delle scelte o a prendere delle decisioni” aggiunge Spoletini.
Cloud a misura di donne e uomini
Strumenti come questi sono già disponibili, ma ora la sfida si sposta ancora più in là: ovvero bisogna offrire a chiunque, anche chi non ha una formazione specifica per gestire i dati (ma magari per mestiere deve prendere decisioni “informate” dai dati), la possibilità di usufruire di questo tipo di novità. Lo si fa (anche) grazie a nuove interfacce di accesso: “La tecnologia si fa sempre più complessa, ma il suo utilizzo sarà sempre più semplice e trasparente” continua il country manager di Oracle. Quindi spazio a interfacce vocali e dashboard visuali che rendono immediata l’interazione e la comprensione dei dati, con l’intelligenza artificiale che di nuovo lavora sotto il cofano per comprendere le domande che poniamo con lo stesso linguaggio che usiamo tutti i giorni e per restituire rapidamente una risposta calzante. L’approccio è simile a quello degli assistenti vocali a cui siamo ormai abituati: ma il motore Oracle è ovviamente specializzato e verticale sul segmento di business in cui opera
L’AI è già oggi pervasiva, a tutti i livelli. Spoletini identifica due filoni principali di applicazione: la tecnologia che gestisce tecnologia, pensate all’Autonomous Database della stessa Oracle che garantisce più affidabilità ed efficienza agli strumenti tecnologici (soprattutto in chiave sicurezza), e i nuovi innesti ad applicazioni familiari come CRM, ERP che permettono di trarre maggior valore dai dati disponibili e di dedicarsi ad attività più importanti che passare in rassegna celle su celle di un foglio di calcolo. Processi di business, processi aziendali, migliorati dall’aggiunta di machine learning che si muove sotto traccia per supportare il lavoro senza risultare mai ingombrante.
Questa rivoluzione si può analizzare a più livelli. Da molto in alto, come abbiamo fatto nel corso della chiacchierata con Fabio Spoletini, o scendendo più nel dettaglio tecnico: lo faremo a SIOS19 con lo stesso Spoletini sul palco, assieme a Giampaolo Colletti, e nei workshop From zero to singularity – designing the AI e The Revolution in Data Science will change how we run our business moderati dalla giornalista del Corriere della Sera Martina Pennisi.