Dalla logistica al prezzo del prodotto, la startup romana consente ai marchi di avere una vetrina globale su Amazon, Zalando e tutti gli altri marketplace europei senza spendere una fortuna
Ripetere con i brand della moda quanto fatto con gli hotel, offrendo ai primi l’opportunità di ampliare la clientela, cioè le vendite, senza costringerli a investire risorse ingenti. Passare, quindi, dalla Online Travel Agency alla Online Retail Agency è l’obiettivo di Vito Perrone, ex manager di Expedia e attuale fondatore e amministratore delegato di Yocabè, la startup che semplifica la vendita online per i marchi fashion fungendo da intermediario tra quest’ultimi e i principali marketplace di settore attivi su scala globale: da Amazon a Zalando, passando per eBay, Privalia, El Corte Inglés e Spartoo, ma anche Otto, La Redoute, BrandAlley e Galeries Lafayette.
Come funziona
Nata nel 2016 dopo l’uscita di Perrone da Expedia e il suo ritorno in Italia – grazie a una intuizione condivisa con l’ex e attuale collega Lorenzo Ciglioni, co-fondatore e responsabile dello sviluppo della piattaforma e dei processi della startup, e all’aggiunta di Andrea Mariotti, responsabile delle partnership con i brand – Yocabè fornisce supporto alle aziende di moda spaziando dalla logistica alla definizione dei prezzi dei singoli prodotti. E questo è il più evidente dei vantaggi per i marchi, poiché la startup si occupa di introdurre i loro prodotti sui più popolari shop online rispettando le varie esigenze in tema di cataloghi e determinati processi per la descrizione della merce, così come delle politiche di prezzo differenti di ogni singolo marketplace. Quest’ultimo punto è cruciale perché, tramite il proprio algoritmo di pricing dinamico che individua il punto d’incontro tra domanda e richiesta, Yocabè consente di fissare un prezzo adeguato della merce, evitando di svalutare il prodotto e creare problematiche con gli altri retail online o con i negozi fisici, salvaguardando al contempo il margine del brand, al quale viene sottratta una commissione per il servizio che finisce nelle casse della startup.
Numeri
La creazione della piattaforma tecnologica e dell’infrastruttura necessaria utile per valorizzare l’immagine dei brand e dei rispettivi prodotti, gestire l’allocazione dell’inventario e la distribuzione per definire margini e volumi di vendita ha premiato Yocabè. Sfruttando tali elementi e attività, infatti, un marchio può raggiungere una platea di circa 300 milioni di consumatori online tra Europa e Nord America, massimizzando quindi le vendite senza svenarsi, perché a lanciare la merce sui mercati internazionali ci pensa Yocabè. Il modello messo a punto si è rivelato vincente, e non solo guardando i numeri registrati, perché sono le prospettive di crescita a delineare un roseo futuro. La startup ha gestito finora più di 130.000 ordini, chiudendo il 2018 con un transato di quasi tre milioni di euro, con l’obiettivo di arrivare a quota 30 milioni di transato entro il 2021 (poiché dal prossimo anno si guarderà pure ai mercati asiatici).
Nuovi innesti nel team
“Grazie a Yocabè, la presentazione dei nostri prodotti sui marketplace è migliorata sensibilmente, abbiamo ampliato i canali di vendita online posizionandoci in maniera competitiva. L’incremento delle vendite è la naturale conseguenza di un servizio così specializzato”. Il pensiero di Fabio Pasquetto, Export Manager Carrera Jeans (uno dei marchi che, al pari di K–Way, Diadora, Frankln & Marshall, Meltin’Pot, Invicta e RefrigiWear, ha scelto di affidarsi alla startup sviluppata all’interno di PI Campus) riportato sul sito aziendale spiega bene l’efficacia di Yocabè, che nei giorni scorsi ha chiuso un round di finanziamento da 600.000 euro, portando a 1,3 milioni di euro il capitale raccolto nel complesso tra investimenti pubblici e privati. Tra gli investitori dell’ultimo round figurano David Roche, ex presidente di Hotels.com e Venere.com e dell’area Lodging di Expedia Global, Donatella Paschina, ex C-level di Zegna per 10 anni e ideatrice del progetto di multi-canalità e integrazione dei canali online e offline a livello globale, e Marco Ariello, ex presidente di Moleskine, azienda rilanciata sotto la sua gestione fino alla quotazione in borsa.