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Qualche consiglio per ottenere la customer experience migliore sul proprio sito commerciale. Se il venditore parla la stessa lingua del cliente, gli affari sono assicurati
Più dai e meno ricevi. Quante volte abbiamo sentito questo modo di dire, che sembra quasi uno sfogo? Sbagliatissimo. Almeno nel caso dell’e-commerce, è la completezza dei contenuti e delle informazioni tecniche dei beni in vendita a condizionare il comportamento degli utenti. Spesso le persone quando passano in rassegna i cataloghi online hanno già in mente un prodotto specifico e solo una user experience accurata può convincerli della pertinenza della loro scelta.
Vendere un prodotto. L’importanza della user experience
Capita con frequenza che le aziende versino in un vero e proprio “delirio organizzativo” quando si tratta di asset e informazioni di prodotto. I canali in cui vengono distribuiti i beni destinati alla vendita sono aggiornati uno a uno, con il risultato che la customer experience offerta è incoerente. Il risultato è tristemente noto a chi effettua acquisti online: caratteristiche incomplete, immagini non aggiornate, informazioni differenti per sezioni interne allo stesso sito, duplicazioni e chi più ne ha più ne metta.
Questione di comunicazione
Il problema sta a monte: l’azienda non “parla la stessa lingua” dei suoi stakeholders (agenzie, fornitori, partner etc.) ma anche all’interno dei suoi stessi reparti. Nel caso dei contenuti di prodotto (scatti fotografici, video, brochure etc.) il processo approvativo coinvolge più soggetti e ognuno ha la sua piattaforma gestionale.
E non ci si capisce all’interno della stessa realtà, se non con caotici scambi di e-mail e di invii tramite sistemi di file sharing. Lo stesso vale per le informazioni tecniche di prodotto (es. SKU), divise tra sistemi ERP e fogli Excel gestiti da reparti o fornitori diversi, spesso non classificate in maniera uniforme e difficili da recuperare.
Un’unica fonte di verità
La soluzione è ricorrere a un’unica fonte di verità con la centralizzazione in un unico sistema gestionale degli asset e dei dati di prodotto. Qualcuno potrebbe dire: sì, ma io già lo faccio: ho un DAM (Digital Asset Management) per classificare i contenuti multimediali e un PIM (Product Information Management) per organizzare i dati dei beni in vendita.
Certo, ma al momento della creazione della pagina prodotto devi recuperare quello che ti serve da due sistemi diversi e potresti perdere non poco tempo. Ci vuole quindi un’integrazione tra il mondo dei contenuti multimediali e l’ecosistema di prodotto che assicuri allo stesso tempo le migliori performance possibili. Esiste uno strumento del genere?
I vantaggi di ricorrere allo Smart PIM
Sì esiste. THRON è un DAM che ha un modulo addizionale detto Smart PIM che permette di arricchire gli asset multimediali con le informazioni di prodotto. Quali sono i vantaggi?
· Tutte le informazioni di prodotto, grazie al supporto del motore semantico del DAM, vengono classificate e centralizzate sulla piattaforma, diventando a loro volta tag
· Ogni contenuto di prodotto caricato sulla piattaforma viene abbinato con le relative informazioni di prodotto: questo implica che ogni volta che recuperi un asset di prodotto recuperi anche le sue informazioni e viceversa
· Viene semplificata l’infrastruttura di delivery: il DAM alimenta centralmente i diversi canali di front end, tra cui le pagine dell’e-commerce, garantendo una customer experience consistente. Mai più risultati imbarazzanti come informazioni diverse da un canale all’altro o immagini non aggiornate.
· E per chiudere in bellezza i contenuti di prodotto distribuiti nell’e-commerce possono essere tracciati dalla Content Intelligence.
Cosa vuol dire? Collegando, ad esempio, le CTA all’Intelligenza Artificiale di THRON è possibile misurare la relazione tra contenuti visti e azioni compiute dall’utente. Possiamo scoprire quali contenuti hanno maggiormente influenzato gli acquisti, se scatti frontali o video o contenuti a 360° etc.